domenica 21 dicembre 2008

Chi non muore... non muore

Behi! Mi scuserete per il colpevole ritardo, ma in questo periodo la mia produzione letteraria è molto concentrata sulla tesi, che ormai sta prendendo una propria forma e ha tagliato il fatidico traguardo delle 50 pagine.
Questo post è dedicato alla narrazione del più grande concerto che abbia mai visto: i Subsonica, con ottima probabilità il mio gruppo preferito, sabato 6 dicembre hanno suonato qui a Bologna, all'Estragon (zona Arena Parco Nord - Festa dell'Unità). Il biglietto giaceva nel cassetto da un mesetto (me lo diceva sempre l'Appoggetti di non usare rime in prosa, ma questa è venuta spontanea e involontaria, la lascio). Arrivo all'Estragon (che ancora non ho capito cosa cazzo voglia dire) con un discreto anticipo, come l'occasione richiede. C'è già un discreto pubblico di fan, prendo posto: di lì a poco, il pienone. Dopo il quarto d'ora accademico, ecco che entrano: fumo, laser e "Colpo di pistola" che incalza. Che spettacolo! L'elettronica a volte decisa, a volte morbida, le percussioni aggressive, la voce tagliente di Samuel. Tutto perfetto. Manca qualche capolavoro, ma per sentire tutto il repertorio due ore e mezza sono poche. Alla faccia delle caate che "sì sì, ora vedo, ma vedrai vengo". E poi il bis, con...
STOP!
Questo è il post che pensavo di scrivere domenica 7, ma ahimé è distante dalla realtà. Tutto risale a una telefonata di mia madre nel periodo dell'influenza (20 novembre circa). "Era da quando ti rompesti il braccio che non prendevi la febbre da stare a letto!" Il braccio me lo sono rotto dopo un inglorioso ingresso a partita in corso in un Casteldelpiano - Sauro sul neutro della fredda Seggiano. Era il 1998, era il periodo in cui Iuliano ostacolava impunito il miglior Ronaldo nell'area bianconera, facevo la terza media. L'approccio statistico mi induceva a nutrire una motivata speranza di non potermi ammalare almeno nei prossimi anni.
Ma venerdì 5 dicembre, alla vigilia del concerto dell'anno, mi sveglio con un certo mal di testa. Niente di che. Parto per il Rizzoli, c'è da fare lo smontaggio per la pesata a 500.000 cicli. Piove, tanto per cambiare. Sai cosa, invece che andare a piedi a porta Castiglione per prendere la navetta A, tento un'esperienza nuova: provo ad andarci con la circolare. Circolare che si rompe prima di porta S. Stefano, la maiala di su mà. Tentativo fallito. Proseguo a piedi, però che freddo! Arrivo su, cominciamo a togliere le testine. Mmmh, non mi sento mica bene una sega. Sempre peggio. Sono le 10.30: "Miki vado a casa, secondo me l'ho ripresa". Arrivo verso le 11: 39.6° C.
Non ce l'ho fatta neanche a rivendere il biglietto: provaci vai a mettere un annuncio su Kijiji e a gestirlo con la Tachipirina che ti scorre nelle vene. Che merda!
Statev'accuort, perché mi sta riprendendo lo schiribizzo creativo, c'ho un paio di post potenzialmente di alto livello in fase di maturazione.

domenica 23 novembre 2008

E' un periodo molto impegnato, mi dispiace. Anch'io vorrei scrivere di più, ma non è il momento. Per chi ancora non lo sapesse, una decina di giorni fa sono arrivati i famigerati pezzi che mancavano per iniziare le prove della tesi. In questi giorni stiamo correndo per iniziare il prima possibile, ma, come prevedibile, ogni giorno ce n'è una: cerca i cavi per l'alimentazione, cerca i cavi dati, i pezzi sono un po' troppo lunghi, le tazze sono un po' troppo alte e via dicendo. Ora sembrerebbe che quasi ci fossimo. Va bene così: l'allestimento della prova è la parte più attiva della tesi, e quello che faccio in questi giorni è più che stimolante. Sono carichissimo.
Il lato più negativo del lavoro di questi giorni sono i bocchettoni del condizionatore del laboratorio che sparano aria gelida proprio sulla postazione su cui lavoro. Puntualizzo che il raffreddamento della stanza non ha scopi educativi ma è necessario perché i simulatori di anca e ginocchio, che producono parecchissimo calore, lavorino a temperatura non eccessiva. Fatto sta che mercoledì mattina avvertivo un certo mal di gola, che mercoledì pomeriggio avvertivo un certo malessere e che mercoledì sera avvertivo mammina che avevo la febbre a 38.7 (a lei ho detto a 38 in realtà). Dopo i 39.2 di giovedì e i 38 residui di venerdì, ieri niente febbre e oggi sto
discretamente. Speriamo sia passata, non vorrei perdere più di tanto tempo.
Domani il meteo, per il mio ritorno in società, prevede la neve: eh sì, il clima ideale per mettere il naso fuori di casa dopo 5 giorni a letto. E non ho ancora menzionato la principale privazione dovuta alla febbre: giovedì (39.2, ndr) gli studenti del 3° anno di Ing. Biomedica di Cesena hanno visitato il laboratorio. Io avrei dovuto spiegare in breve la mia tesi di fronte ad una platea adorante di giovani ragazzotte sconvolte dalla complessità del sistema di monitoraggio del fattore di attrito, dall'arguzia e dalla competenza di chi lo ha allestito, nonchè dall'indiscutibile carisma e dal fascino con cui egli stesso lo sta presentando. Lo scenario reale, invece, mi vedeva a letto, coperto finall'occhi e sudato fradicio per il pasticcone di Tachipirina.
Lo scorso finesettimana un troppo rapido blitz grossetano. Inizio elettrico: venerdì ore 17 arrivo a Bologna Centrale con il mio biglietto per l'Intercity delle 17.16 per Firenze Rifredi. Certo che il venerdì a Bologna in stazione c'è troppo casino. Poi tutti incazzati, e che sarà mai. Binario n.4, niente ritardo, perfetto. La gente a corsa da una parte all'altra, spinte, code. Mah. "Si avvisa la gentile clientela che i treni DA E PER BOLOGNA CENTRALE subiranno ritardi e cancellazioni causa guasto alla stazione. Ci scusiamo per il disagio". Presa. Spuntano 15 min di ritardo (quindi
17.31). Per ora la coincidenza a Firenze è salva. Ore 17.25: cambiano i pannelli luminosi: al 4 è previsto l'arrivo di un altro treno. Ore 17.27: l'altro treno non è ancora arrivato. Ore 17:27 e 1 ms: col cazzo parte alle 17.31! Ore 17:27 e 17 ms: tra 2 minuti parte un Eurostar per Firenze che era previsto un'oretta prima. Via a corsa al binario 8! Becco 2 ragazze con la giacca verde: "Salve, devo andare a Firenze, ho la coincidenza e un biglietto intercity, va bene?" - "Salga, salga". Deh. Scampata bella. Le poche ore a Grosseto erano salve.
Concludo sottolineando lo spessore umano del magico Ciccio Graziani che oggi a Guida al Campionato, quando in trasmissione si stava parlando di tutt'altro, esordisce così: "Un saluto doveroso al Grosseto, primo da solo nel campionato di Serie B!" Grazie Ciccio, voce fuori dal coro monotono di questi media che ci snobbano!

lunedì 10 novembre 2008

Tornare da ospiti laddove un tempo si regnava sovrani

Come sono riuscite bene le 28 ore a Pisa fra sabato e domenica! Ho fatto quasi l'en plein, all'appello sono mancati solo (nell'ordine di defezione) Roberta (Santoro, non Fantozzi, che è stata presente eccome: grazie ancora per la cassettata di ottimo cibo!), Virginia e il rintronato del Bachi, che si era scordato un battesimo (non male per un prete). Siete tutti perdonati, so che avreste voluto esserci.
La giornata di sabato è cominciata subito male: in via San Vitale (a Bologna) mi sono accorto di essermi messo la cintola sbagliata, ossia quella da scarpe da ginnastica invece che da scarpe marroni. Ormai era tardi. Dopo un viaggio in treno stranamente senza intoppi giungo a Pisa giusto in tempo per scambiare 2 chiacchiere con Ale prima del pranzo. L'avrei scambiate volentieri anche con Albe, ma la caata è tornato a Grosseto. L'ho segnata. Nel frattempo, la casa è stata rivoluzionata: uno scaffale in più in cucina, il frigo si chiude da solo, la copertoia gialla ha finalmente un pomello (un tappo di sughero riadattato). Quando il gatto è andato via i topi hanno subito cominciato a ballare. E tutto per merito del mio sostituto. Non c'è che dire, dal punto di vista pratico c'hanno guadagnato.
Finito il pranzo, inizia il tour de force: alle 14.45 incontro Elvis e alcuni ragazzi del catechismo dello scorso anno, e fino a quasi le 5 c'è da chiacchierare; alle 17 incontro alcuni dei miei compagni di corso: la discussione parte dalle tesi, ma si sposta rapidamente al post-laurea; l'argomento è caldo, la chiacchierata arriva fino a dopo le 7. Al che iniziano i preparativi per la cena. Cioè, erano iniziati molto prima per la Ro; io, Ale e Marco abbiamo solo sistemato gli ultimi dettagli. La cena è di gran lusso, per qualità e quantità. Dopo che tutti eravamo pieni per un paio di giorni, Ale ha avuto il coraggio di tirare fuori pane e lardo. In attesa del tiramisù, ça va sans dire. Avoglia a stempià le bocce der vino, a un la pigli la sbornia vai! Ringraziamo tutti in coro il Querci, che ci ha deliziato per l'ennesima volta con il racconto della brasiliana, per poi tirare fuori il cilindro dal cappello: "Gratis!? Gratis... (pausa per catturare il pubblico, da narratore esperto)... Gratis è morto in Libia ner '15!" Respect.
La domenica, Messa delle 11.30, con saluto al gruppo Giovani, ad altri ragazzi del catechismo e ai miei co-catechisti, e con annesso ritardo di un quarto d'ora a mensa (o, c'avevo da salutare un po' di persone, sapevate benissimo che per l'una non ce l'avrei mai fatta), e poi ripartenza alla volta delle Due Torri, dove mi accolgono due prodotti tipici del luogo: un signore all'apparenza tranquillo che, nel sottopassaggio della stazione, si avvicina alla gente e fa, con aria compita: "Berlusconi è morto!" (chi mi dice: "Ti amooo!"), e la guazza che allieta le serate padane.
Una piccola segnalazione? Ma sì, dai:
foto da angolazioni pazze. Artro che vella mandria di rimbarcati che pinge la Torre in Piazza de' Miraoli a Pissa!

sabato 1 novembre 2008

Nel libro degli scherzi che mi ha giocato il dualismo ora legale - ora solare si è aggiunto immancabile un nuovo capitolo lo scorso weekend. Domenica pomeriggio sorrido davanti alla homepage di facebook, leggendo il lamento di Maurizio perché nessuno lo aveva avvisato del cambio d'ora. Io sono stato talmente forte che ho rimesso l'ora a tutti e due gli orologi che ho quassù, questa volta l'ho scampata. Ma la sveglia è sul cellulare. E lunedì mattina è troppo buio per essere le 7 e 30. La settimana è cominciata bene.
Mi piacerebbe raccontarvi delle proteste qui a Bologna, di manifestazioni gigantesche, di occupazioni, ma non posso. Non vi ho partecipato. Ho fatto mio malgrado parte della maggioranza silenziosa. Et excrucior. L'Istituto Ortopedico Rizzoli non è universitario, niente protesta.
Per partecipare al fermento globalizzato non mi resta che lanciare una campagna importante, dal titolo: "OGM? Au, avoglia!" (per antitesi con la campagna precedente). Anche questa è una campagna che parte da lontano, da una lezione del magico corso di Bioetica. Si parlava della fobia diffusa riguardo a questi scientificamente innocui ortaggi e frutti. Le pubblicità parlavano di pomodori con la proboscide, fragole con le ali e giù di fantasia. Un paio di articoli, di quelli che trovi a pagina 23 fra le notizie pseudoscientifiche e le curiosità, parlavano di ricerche protette dalla sfrenata corsa al brevetto e dei costi delle sementi modificate, eccessivi per i piccoli contadini, destinati a essere tagliati fuori dal mercato. Interessi di parte, fatti passare per difesa della genuinità. Ancora meglio se conditi con qualche parolona tipo "biodiversità". Nessuno che parlasse dei benefici.
Della possibilità di produrre sementi in grado di resistere in condizioni climatiche difficili, magari al caldo africano.
Della possibilità di rendere le piante immuni dai parassiti.
Della possibilità di ottenere ortaggi in grado di produrre quantità utili di sostanze benefiche.
Dell'assoluta sicurezza dei prodotti immessi sul mercato, certificata da test scientifici.
In questa occasione compresi a fondo il significato di uno dei cardini del pensiero rogniniano: in Italia la Cultura è solo umanistica, la scienza produce solo concetti che devono rimanere lontani dalla mente del cittadino medio.
La fiammella dell'indignazione di un annetto fa si trasforma in un incendio l'altro giorno alla Coop sotto l'azione di un vento impetuoso levatosi dal banco del petto di pollo. Sono quasi le 7 di sera, sono rimaste una decina di confezioni. Mmm, 3 etti e mezzo, questo per una volta è troppo e per du volte un mi fa. Oh, 4 etti e mezzo questa va bene. L'occhio però mi cade su quella di sotto. E' l'unica che non presenta un cartellino tutto colorato con su scritto: "Alimentazione libera da OGM". Se lo saranno dimenticato. Ma anche il prezzo al kg è leggermente diverso, quindi nessun errore. All'improvviso mi scorre davanti tutta la lezione di bioetica: le pubblicità ingannevoli, gli scenari apocalittici di un esercito di pomodori e banane pronto ad assumere il controllo del Massachussetts, il vero nodo della questione, ossia i brevetti e le sementi troppo care. Indovinate quale confezione ho preso. E senza guardare il peso.
Infine un paio di consigli per gli acquisti. Ecco un video che ho visto stamattina. Il videoclip non è niente di che, il testo è simpatico ma niente di più, ma la canzoncina nel complesso ha il suo perché. Sarà il beat accattivante, sarà la sfiziosa voce sussurrata, sarà l'elettronica gentile alla Pet Shop Boys.
E poi una mia scoperta di 3 giorni fa: i Velvet Underground. "Hai scoperto l'acqua calda" dirà qualcuno. "Eò" risponderò io. Mi sono capitati ora. Ma da 3 giorni non ascolto altro. Scusate le spalle.

sabato 25 ottobre 2008

De lege CXXXIII

I più importanti mezzi di informazione quasi non parlano d'altro in questi giorni, all'appello manca solo il punto del blogghe: eccoci qua. Le cose che stonano sono tante, nella filosofia del decreto (non parlo dei dettagli tecnici che non conosco, al contrario di molti), nelle proteste, nel dibattito. Andiamo con ordine.
Metodologicamente parlando, trovo profondamente scorretto mischiare le discussioni riguardo alle misure nei confronti della scuola elementare e delle università. Chi ascolta fa più fatica a capire, chi parla pure. Seguendo il dibattito parlamentare precedente all'approvazione del decreto, ho sentito un rappresentante del PD criticare i tagli all'università e un rappresentante del PDL rispondere che la sinistra avrebbe dovuto gioire per il decreto dato che veniva reintrodotto un elemento di uguaglianza sociale come il grembiule. Posto che sono perfettamente d'accordo con ciò (anzi, io lo estenderei minimo fino a tutta la scuola dell'obbligo), mi è parso di assistere ad un dialogo tra sordi (quest'espressione mi piace molto, la sto usando di frequente, che ne dite?).
Entriamo nel merito. Mi sfugge il nesso di causalità fra il proliferare di corsi di laurea con pochi iscritti, spesso addotto come evidenza della necessità di una riforma, e il taglio indiscriminato dei fondi per 1.4 G€ (per l'università). Lo stesso vale per l'eccessivo numero di bidelli nelle scuole primarie e secondarie (sì, lo so, ho appena mischiato le discussioni, ma in realtà questa frase mi serve per la gag che arriva tra poco). Le conseguenze più immediate di queste lacune non sarebbero l'introduzione di un numero minimo di iscritti per l'attivazione di un corso di laurea (evidentemente previa l'agevolazione dei cambi di corso di laurea, attualmente poco fluidi) e il blocco del turnover dei bidelli? Se anche il risparmio totale non raggiungesse il valore auspicato da Tremonti, sarebbero comunque risorse recuperate. Invece sembra più semplice impedire il ricambio generazionale della classe docente. Chi frequenta l'università sa quanto ciò sia drammatico: il contributo dei ricercatori e dei professori più giovani spesso è insostituibile. Forti perplessità anche per la transizione degli atenei in crisi economica a fondazioni private. Le difficoltà a garantire il diritto allo studio e l'obiettività della ricerca sarebbero evidenti.
Approfondiamo il discorso del diritto allo studio. Come studente non mi sento affatto rappresentato da chi vede leso il proprio diritto a "fare ricerca" a oltranza. Come diceva una ricercatrice (simpatica come il puzzo d'aringa, ma dalle idee limpide) a "Otto e mezzo" qualche sera fa (c'era anche il rettore di Pisa), la ricerca deve essere una professione "elitaria" (cito testualmente), con unico criterio di selezione l'eccellenza. Il contesto era un po' diverso, ma l'argomento rimane valido. Indi per cui diritto al dottorato (ben pagato) sì, ma solo se sfoi. E' necessario porre dei limiti ai posti: il diritto a "fare ricerca" non esiste di per sé. Detto questo, investire, investire e ancora investire nella ricerca pubblica.
Se non si fosse capito, non mi piace neanche la piega che sta prendendo la protesta. Rivedo gli stessi errori perpetui, che all'inizio del movimento stranamente latitavano. Innanzitutto le manifestazioni: bene le lezioni in piazza, bene le assemblee, bene i cortei. Ma caa c'entra occupare i primi due binari della stazione (a Bologna)? Ma caa c'entrano gli scontri con la Polizia (a Milano)? Questi gesti sono utili, sì, ma per screditare la protesta e per far pensare a chi assiste: "Peccato quelle che vanno di fori!" Quelli col megafono, poi: a loro è sufficiente gridare "Futuro", "Cazzo", "Brunetta" per sentirsi comandanti e cospiratori. Il qualunquismo regna laddove la cultura dovrebbe impedirlo. E le folle che li venerano e li legittimano sono colpevoli del poco credito di cui gode la nostra generazione.
Fino a qui non ho (quasi) parlato dei provvedimenti per le scuole elementari, e non voglio cominciare ora. Ma questa concedetemela: vergognosa la strumentalizzazione di chi porta bambini delle elementari in piazza. A 6 anni non scegli, non ne hai i mezzi. Però fai figura nei TG.
Mai come oggi trovo molto interessante la mia parte intollerante.

domenica 19 ottobre 2008

...non rimane che gente assurda. Banco degli affettati, ho il numerino 76. "Settantacinqueeee!" Risponde la gentile signorina accanto a me, sfoderando la più antipatica delle voci stridule, tipica dell'uomo che imita la donna ochetta: "Buonasera, vorrei sessanta grammi di bresaola tagliata sottile." Eh, ci stava bene, sì. Comunque non credo di essere riuscito del tutto a trattenere la risata, pace.
Bello questo prologo in medias res.
Ma questa settimana ce n'è una che evidenzia lo stato degenerativo raggiunto dalla società civile. Come dice Beppe Grillo, avevamo raggiunto il fondo, ora stiamo scavando. Ernie Chambers è un senatore democratico dello stato del Nebraska, in carica da ben 38 anni. Un bel giorno si alza e, perché no, decide di intentare causa a Dio. L'accusa è quella di aver diffuso la paura con le minacce terroristiche dei suoi seguaci e con le calamità naturali che si stanno abbatendo sulla Terra. Beh, per fortuna l'illuminatissimo giudice lo ha respinto. Incapacità di intendere e di volere del senatore? Rispetto del buonsenso? No, il motivo della respinta è che Dio non ha un indirizzo a cui notificare il procedimento. Ecco il link da repubblica.it. Per fortuna di lì e giù hanno un gran senso dell'umorismo, vedere la vignetta qui sotto per credere:

La satira americana è uno spettacolo: è un po' meno sofisticata dei nostri Crozza, Albanese e via dicendo ("sofisticato" nel mio linguaggio ha sempre un'accezione positivissima, eccetto quando si parla di vino), ma proprio per questo è più immediata. Ricordiamoci sempre che il pubblico a cui si rivolge è quello americano. Un po' di sano razzismo a volte è salutare. A riguardo, la redazione vi consiglia un programma di Rai Edu che va in onda il sabato mattina alle 9 su Raitre: Tv Talk. E' un programma in cui ospiti illustri e giovani laureati in Comunicazione (ho detto che "un po'" è salutare, di questi tempi poi) discutono del linguaggio televisivo basandosi sui palinsesti della settimana. Una delle finestre sulla tv estera del programma riguarda proprio i canali a stelle e strisce, e spesso si citano i programmi satirici, soprattutto in periodo preelettorale.
Ora che ho fatto il saccente con la digressione dotta posso anche narrarvi la mia prima partita di calcetto all'ombra delle due Torri con i ragazzi del Laboratorio. L'organizzazione è stata difficoltosa (la gente tira i pacchi all'ultimo), ma alla fine ce l'abbiamo fatta. Effetto collaterale dell'emergenza organizzativa: eravamo in 11. Io finisco nella squadra di 5. Il campo, come quasi tutti di qui e su, era al coperto. Entrare in strutture di questo tipo presenta difficoltà non da poco: ci sono due porte una dietro l'altra, si deve aprire la prima, entrare nell'anticamera, chiudere la prima, e, finalmente entrare. Io, giovane ingenuo proveniente da una realtà prettamente rurale di campi all'aperto, non lo sapevo, quindi entro a bischero sciolto: la porta più interna sbatte con una violenza inaudita, attirando gli sguardi di tutti. O, so una sega io. In realtà non è stato quello l'unico momento della partita in cui l'attenzione era concentrata sul sottoscritto: il 3 a 3 finale è stato frutto di due goal e un assist da parte dell'extracomunitario maremmano, oltre a un palo colpito con un tiro violento dalla media distanza che ha fatto tremare l'intera struttura. Non male come esordio.
Quasi quasi mi dimenticavo: venerdì 6 dicembre i Subsonica suonano a Bologna per la modica cifra di 23 euri. E' evidente che ci vo anche solo, ma se qualcuno dei lettori del blogghe ha intenzione di accompagnarmi non è che lo mandi via. Il pacchetto comprende, a richiesta, ospitalità gratuita presso la redazione anche per tutto il weekend. Fatemi sapere così prendo i biglietti. Aderite numerosi.

mercoledì 8 ottobre 2008

E io ci sto

E io ci sto (R. Gaetano)

Mi alzo al mattino con una nuova illusione,
prendo il 109 per la Rivoluzione,
e sono soddisfatto un poco saggio un poco matto
Penso che fra vent'anni finiranno I miei affanni
Ma ci ripenso però, mi guardo intorno per un po' e mi accorgo che son solo,
in fondo è bella però è la mia età e io ci sto
Si dice che in America tutto è Ricco tutto è nuovo,
puoi salire In teleferica su un grattacielo e farti un uovo,
io cerco il rock'n'Roll al bar e nei metrò,
cerco una bandiera diversa senza sangue sempre tersa
Ma ci ripenso però, mi guardo intorno per un po' e mi accorgo che son solo,
In fondo è bello però , è il mio Paese e io ci sto
Mi dicono alla radio statti calmo statti buono
non esser scalmanato stai tranquillo e fatti uomo
ma io con la mia guerra voglio andare sempre avanti,
e costi quel che costi la vincerò non ci son santi
Ma ci ripenso però, mi guardo intorno per un po' e mi accorgo che son solo,
ma in fondo è bella però è la mia guerra e io ci sto
cerco una donna che sia la meglio
che mi sorrida al mio risveglio
e che sia bella come il sole d'agosto
intelligente si sa
ma in fondo è bella però è la mia donna e io ci sto

Beh, dopo tante facezie un post semiserio ci stava, no? Perché ho postato video e testo di questa canzone? Innanzitutto, citare Rino Gaetano fa fighissimo ed è molto di moda fra noi giovani. E fra tutte le sue canzoni geniali, questa ha un valore aggiunto: in alcuni punti è la fotografia della mia situazione.

Anch'io ogni mattina prendo la navetta A per la rivoluzione. Sì perché il trasferimento a Bologna ha molti tratti in comune con la rivoluzione: è portatore di grosse novità, richiede qualche sacrificio, ma ha un fine nobilissimo. Sempre nella speranza che mi serva per far finire i miei affanni (occupazionali). Certo, ogni tanto mi guardo intorno e mi accorgo che son solo: ho abbandonato molte delle certezze che mi accompagnavano, ho bisogno di costruirmene di nuove. Ma questo non mi impedisce di accettare la sfida e dire "Io ci sto". Anche perché, costi quel che costi, la vincerò, non ci son santi. L'ultima strofa, poi, è quasi profetica...

p.s. tranquilli eh, era solo una cosa così, per diffondere un po' di cultura e per fare un po' il sentimentale, ma si ritornerà presto a toni più consoni

p.p.s giusto stasera alla Coop... no, non vi anticipo niente... escluso il cane...


sabato 4 ottobre 2008

Oggi è il 4 ottobre, e, mentre il mondo festeggia S. Francesco d'Assisi, Bologna festeggia il patrono S. Petronio. Io in realtà per ora i festeggiamenti me li sono persi, ma più tardi andrò in piazza Maggiore alla degustazione di cibi bolognesi offerta da Sergio (Cofferati). Speriamo che le prossime elezioni l'abbiano spinto a non badare a spese. Del resto con tutti i soldi che risparmia nella gestione degli Istituti Ortopedici Rizzoli sarebbe il minimo. Sì perché nel "mio" ufficio, predisposto per 4 persone, siamo appena arrivati a 5, con la ricca prospettiva di accogliere presto un 6° e un 7° elemento. I superiori ci rassicurano: "Sì ma tanto ragazzi lo spazio ve lo gestite come volete." Avercene! Tra l'altro Sergio mercoledì prossimo viene ad inaugurare la nuova mensa del Rizzoli, e ci offre un ricco buffet con tanto di invito. Mi raccomando, che la crisi di consensi è già dilagante. L'altra settimana, invece, essendo il Rizzoli un istituto di ricerca con le contropalle (mi si passi la perifrasi), era in programma un congresso internazionale, a cui partecipavano diversi ragazzi del laboratorio. Boh, magari ci saranno un sacco di cose interessanti, se i dottorandi sono tutti là ci faccio un salto anch'io. I dottorandi però rimangono lì, devono solo fare delle piccole presentazioni sulle loro attività, sembrano giorni come gli altri. Forse non sarà poi così interessante. Alle 11.30 la svolta, fermento nei laboratori, ecco il segnale che tutti stavano aspettando: la conferenza di punta? La poster session? No, la fine del coffee break, da cui sono avanzate un sacco di pizzette che stanno per essere sacrilegamente buttate. Ma i nostri eroi del laboratorio di Tecnologia Medica salvano la situazione fulminando un vassoio di pizzette e uno di dolcetti in pochi secondi. Quando la scienza chiama i ricercatori rispondono.
Ma passiamo ad un paio di segnalazioni, giusto per non lasciarvi a bocca asciutta. Non ho molto da dire a commento: la prima notizia riguarda un soldato russo che ha pubblicato su YouTube un video rap ispirato a "Stan" di Eminem, in cui si lamenta delle condizioni di lavoro e di vita dei soldati dell'ex Armata Rossa. I gerarchi dell'esercito russo, notoriamente aperti alle critiche soprattutto se costruttive, hanno celermente provveduto a ringraziarlo con un trasferimento premio in Siberia con effetto immediato. (soldato rapper)
La seconda riguarda l'assegnazione dei premi IGnobel alle ricerche scientifiche più stravaganti, con la menzione d'onore ai vincitori delle categorie Economia e Chimica.
Concludo con la seconda campagna istituita e promossa dal blogghe, il cui titolo è "Puppe e culi? No, grazie!" Vado a spiegare l'ossimoro, potrei essere frainteso. E' sotto gli occhi di tutti la stomachevole presenza continua in TV di organi femminili in bella mostra, non sono certo il primo a dirlo. Finché si trattava di vedere due ballerine che sculettavano, sai, butta via. Le ballerine però ora sculettano dappertutto. L'abbiamo già sentita, direte voi. Provate a guardare quache puntata della Ruota della Fortuna. Lasciate stare il sottile umorismo di Papi e il pudore candido della valletta. Spingetevi oltre il vostro naso. Ora anche le concorrenti sono discrete e scollate. Non appena si chinano per girare la ruota ecco l'inquadratura che si stringe. Ai tempi di Mike non succedeva. Alle elementari lo guardavo sempre da mia nonna il sabato dopo cena (cominciava poco dopo le 7, per la cena c'era "OK il prezzo è giusto!"), e non succedeva. Poi guardate le conduttrici. Le varie Clerici, D'Urso e compagnia bella fanno a gara a chi le strizza di più. Non succedeva con Milly Carlucci a "Scommettiamo che..." in seconda serata (alle 8.30).
Ormai esistono anche le tette e i culi della mente. Sono in bella mostra in tutti quei programmi in cui i protagonisti sono le persone della porta accanto, la gente comune. In gergo tecnico si chiamano "Talent Show": si prende gente "dalla strada" e si trasformano in cantanti, in persone "che lavorano nel modo dello spettacolo". In TV non si vede altro. Ma sotto il principio del "ruspante è bello" si nasconde, bastardo, il rifiuto della meritocrazia e del valore dello studio e del lavoro. E' facile emergere, come sono facili le puppe e i culi. Sono superflui i commenti sui bambini sottratti al gioco e allo studio e spiattellati davanti alle telecamere perché fanno tenerezza. Panem et circenses. Ed è per questo che il blogghe vi invita a cambiare canale ogni volta che vi sembra che in TV passino messaggi subdoli. La redazione lo sta già facendo da qualche settimana. Certo, piange un po' il cuore a non guardare "Veline", "RTV" etc., ma è l'unico strumento che il telespettatore ha per esprimere il suo dissenso. Anche perché dopo un po' si satura, si diventa assuefatti, come è successo con le guerre, la cronaca, gli episodi di razzismo. Ma quando neanche le puppe e i culi susciteranno più la nostra attenzione la situazione comincerà a farsi seria.

sabato 27 settembre 2008

Iniziamo subito col botto: essendo sabato, stamani alle 8.15 stavo ancora dormendo nella pace della mia cara (non solo in senso affettivo) singola quando ti sento un urlo straziante: "Aiuto, aiuto!" Silenzio. Boh, starò sognando. "Aiuto, aiuto!!!" Boia deh! Lesto mi fiondo alla finestra, così come fanno le due dirimpettaie (grandissime), anche loro fra l'addormentato, il curioso e il preoccupato. Sotto le nostre finestre una ragazza dall'andata barcollante e il deserto. "Aiuto, aiuto!"
"Ehi!" gridano le ragazze dalla finestra. La tipa in strada prosegue tutta storta. "Aiuto, aiuto!"
"Che c'è?" grido io (mi sono svegliato da 12.6 secondi, non è che mi possa esprimere al meglio). Niente, lei va. "Lasciate stare, è strafatta!" sentenzia una voce scocciata da qualche finestra più in là. La maiala di su mà, aggiungerei io. Ormai mi sono alzato, caa fai, fo colazione e vaffanculo. Forse la levataccia non è stata del tutto inutile, le dirimpettaie non possono non essere state turbate dalla vista del mio sexy pigiamino celeste con decorazioni geometriche.
Verso le 10.30 mi avvio per il mio solito giretto del sabato mattina. Stavolta tocca al centro, guarderò qualche negozio, trovassi un golfino... Faccio un pezzo di strada in mezzo al corteo di manifestanti contro o per non so che cosa (forse la riforma della scuola) e non posso non notare due chicche: la colonna sonora è "Discolabirinto", gioiello, per carità, ma scelta inusitata per una manifestazione; inoltre, sul percorso vengono lasciati dei cartoncini stampati come la banconota da 100 € ma con la scritta "F*ck - simile". Pesi.
Arrivato all'incrocio fra via dell'Indipendenza e via dei Mille (zona centralissima, marea di gente)trovo 13 matti vestiti in total white; ciascuno di loro ha stampata sulla felpa una lettera del marchio "Athletes World", catena di negozi di abbigliamento sportivo. Questi fenomeni facevano la spola fra i 4 semafori dell'incrocio disponendosi in ordine sulla strada davanti alle macchine fermate dal rosso, dopo di che il capo urlava "Athletes" e gli altri, in coro, "World". Non è opportuno riportare i commenti della gente.
Fino a qui il post potrebbe essere riassunto con un verso di Rino Gaetano (vi dico chi è l'autore, tanto le citazioni non le chiappate mai): "Escluso il cane, non rimane che gente assurda."
Ma ora voglio farmi serio per lanciare la prima di una serie di campagne lanciate dal blogghe: il titolo è "RidondAntibiotici" (lo so, fa abbastanza caà, ma c'ho pensato un quarto d'ora e non m'è venuto niente di meglio). Lo spunto viene da un articolo letto su repubblica.it, di cui aggiungo il link: batterio invincibile. Il succo della questione è semplice: l'uso scriteriato che avete (io no) fatto finora degli antibiotici li sta rendendo sempre meno efficaci. Mi spiego. I batteri sono tanti, le merde. Ogni volta che tu, lettore del blogghe, prendi un antibiotico per combattere l'infezione sistemica fulminante che si potrebbe nascondere dietro al tuo mal di gola, quasi tutti i batteri che infestano il tuo corpo ci rimangono stecchiti. Hai letto bene, quasi tutti. Sì perché, grazie al fatto che sono così tanti, ce ne sarà sempre qualcuno che, per una strana combinazione dei nucleotidi che compongono il suo DNA, riuscirà a resistere all'agguato: si chiama farmaco-resistenza, nome pomposo, ma eloquente. A questo punto i sopravvissuti saranno in grado di riprodursi in libertà (nel mondo dei batteri non serve scambiarsi il numero di telefono, offrire cene e via dicendo), sviluppando famigliole dannatamente numerose e farmaco-resistenti. E il ciclo ricomincia. Si chiama selezione naturale: c'avete fatto du palle così, vi s'è dato ragione, si spregiano i testimoni di Geova perché sono creazionisti e poi si ignorano le conseguenze dell'evoluzionismo. In breve, siamo tutti finocchi col culo di quell'altri, parafrasando il dolce stil novo. Pensaci, giovane lettore del blogghe, la prossima volta che finisci un tubetto di pomata per disinfettarti le pellicine.

mercoledì 17 settembre 2008

Speriamo che duri!

Questa fu la risposta di Tommaso Lucarelli a Elisa Bellini che, sentendo parlare di settimana bianca come possibile gita, aveva esordito: "Settimana bianca? Fa un freddo si pipa!" Eravamo in terza media, correva l'anno 1998. A distanza di dieci anni, questo è stato il mio pensiero quando ieri, per la prima volta, l'ho stretta tra le mani: finalmente ho una bici! Dove l'ho comprata? Che domande, all'asta organizzata dall'associazione sCATENAti, a cui ho già dato spazio nel blogghe. Ma andiamo con ordine, la faccenda merita tempo e attenzione.
Sul sito di sCATENATI avevo letto delle due aste organizzate per il 16 settembre in piazza Puntoni, proprio lì, dove il mercato delle bici rubate è più florido. La prima iniziava alle 3, troppo presto, ma la seconda iniziava alle 5: uscendo un po' prima del solito dal Rizzoli ce la faccio agile. Al mio arrivo sta finendo la prima asta di circa 80 bici, dopo di che inizierà la seconda, sempre di circa 80 bici. Ci metto poco a rendermi conto che la situazione non è propizia: non sono vere e proprie aste, in quanto il prezzo massimo per le bici è fissato a 15 euro, cifra che centinaia di matricole urlano con foga ogni volta che viene presentato un mezzo. Il vincitore di ciascuna asta è deciso arbitrariamente da una signora di mezza età di nome Rita, con tanto di divisa delle FS (che patrocinano l'evento). Criterio di scelta: nessuno. E' per questo che la bella gioventù che circonda le transenne cerca di farsi notare nei modi più impensabili (per un matusa come me): c'è uno spagnolo vestito da donna, una tipa che sventola due ombrelli aperti, un giovane che agita un materassino a forma di coccodrillo e così via.
Dietro le transenne stanno i ragazzi volontari, tutti dotati della magnifica maglietta rossa di sCATENATi con tanto di logo del lucchetto aperto che ormai conoscete: bella, quasi quasi dopo passo dallo stand e me la compro. Intanto finisce la prima asta e mi rendo conto di avere ben poche chance di tornare a casa pedalando. Mi servirebbe qualcosa che mi distinguesse dalla massa, qualcosa di ben riconoscibile... però che figata quella maglietta, prima di andare via me la compro sicuro... ed è lì che, scaltro come una faina, fiuto il business: se compro la maglietta e comincio a sventolarla mostrando di partecipare alla causa, avranno un occhio di riguardo. Scatta l'investimento: 5 €. La maglietta li vale tutti anche di per sé. Riprendo posto fra la calca con difficoltà, e comincio a sventolare. Niente. Bella quella, però è senza parafanghi, aspettiamo. Booo, quella è esagerata, poi è anche rossa come la mia nuova maglietta. "Questa bella bici rossa frenante la diamo solo a qualcuno che abbia comprato la maglietta rossa!" sentenzia Rita. Taaac, penso io. Sventolo con tutta la forza che ho in corpo (e ce n'ho, boia se ce n'ho). Rita mi guarda, ci intendiamo senza bisogno di parole. Si intromette un altro stronzo che era stato lungimirante come me. La bici viene assegnata a lui. "Ma come Rita! Ormai ci speravo!" Rita mi fissa con il suo sguardo ammaliatore. Sullo sfondo si staglia un prodigio della tecnica: linea aggressiva (prerogativa del marchio "Cinzia") ma che strizza l'occhio all'eleganza metropolitana, sellino ergonomico di ultima generazione, parafanghi, copricatena, ampio cestino, bianca come Moby Dick. "Base d'asta 1 euro!" ripete Rita per l'ennesima volta, e inizia il suo conteggio fino a 15 fra la folla urlante. Ma dentro di sé sa già a chi assegnare quel mezzo. "14", si dirige verso di me. Con voce suadente pronuncia quel "15" che mi apre le porte di tutta Bologna. Appena vado a ritirarla ho un sussulto al cuore: il freno davanti funziona, quello dietro è bloccato, proprio come nella bici degli ultimi 4 anni pisani. Ho trovato la degna erede.
Il passo successivo è l'acquisto della chiusura. Arrivo a casa e parcheggio nella corte interna: la notte la mia bici dovrebbe essere al sicuro, anche se sul basso cancello sembra ci sia scritto "scavalcami". Speriamo che duri.

sabato 13 settembre 2008

Miscellanea

Il post non nasce per essere organico, perché in realtà non ha grosse pretese, ma ci sono delle piccole pillole che, sulle ali dell'entusiasmo suscitato dalle segnalazioni dell'altra settimana, voglio condividere con il mio pubblico. Innanzitutto un saluto a tutti da parte dell'ex presidente del Consiglio Romano Prodi, che l'altra mattina faceva jogging ai giardini Margherita proprio mentre io passavo per andare al Rizzoli. "Era con 6 o 7 persone", ho esordito io ingenuo, raccontandolo ai miei coinquilini; "Guardie del corpo" hanno suggerito loro. Ci sta. Fatto sta che andava a 2. C'ha anche 70 anni, direte voi. Allora stai a casa, aggiungo io.
Così come starà a casa per circa 6 settimane il signor Fabian Espindola. Mi vado a spiegare. Questo attaccante argentino che milita nel Real Salt Lake, che non è una squadra del fantacalcio di Pari, ma della Major League statunitense, è solito festeggiare i gol con una serie di capriole e piroette varie, alla Martins, per intendersi. Proprio Oba Oba era stato sgridato da Moratti (mi pare) per la pericolosità di quell'abitudine: per un calciatore professionista è un rischio inutile. Se siete fra quelli che all'epoca pensarono: "Che esagerazione, uno non può neanche festeggiare!?" cliccate qui.

In breve, il poveretto non solo s'è asfaltato la caviglia per fare le capriole dopo aver marcato, ma s'è anche dovuto subire le prese per il culo dello spogliatoio tutto perché il gol è stato annullato!
Altro personaggio da segnalare: il giapponese da poco arrivato al Rizzoli nel laboratorio di Computazionale. In quanto giapponese ha l'inconfondibile caratteristica di ridere a crepapelle qualsiasi dico qualsiasi cosa gli venga detto. Nonostante non parli l'italiano e pochissimo l'inglese. Una delle cose che mi fa impazzire di lui è che la seguente: la chiave del bagno è appoggiata su un tavolo proprio alle sue spalle, quindi chiunque ne abbia bisogno deve andare a sfrucugliare proprio lì dietro a lui o, mai una volta che si girasse!!! Se fosse stato italiano gli sarebbe venuto il torcicollo. Ma la cosa che ogni volta mi sconvolge è vedere i tasti del suo portatile con lettere occidentali e il suo schermo con gli ideogrammi. Respect.
Ieri sera concerto di Elio all'arena Parco Nord udite udite aggratisse!!! Era talmente aggratisse che ci saranno state più di 50000 persone, una distesa di chiorbe. Solo che la maggior parte di queste si muoveva in autobus e, considerando che laggiù ci va solo il 25, mentre il 25 barrato (giuro, non scherzo) ferma alla stazione, immaginate che viaggio possiamo aver fatto. Un episodio su tutti: una tipa accanto (leggi appiccicata) a me, con un inedito quanto giovane piercing nel mezzo della gota sinistra, ha avuto la brillantissima idea di stappare una boccia di vino bianco sull'autobus stracarico di gente oscillante ad ogni curva. "Questo me lo ritrovo tutto nei calzoni", ho profetato alla ragazza del mio coinquilino. Per fortuna non si è verificato niente di tutto ciò. Comunque siamo arrivati a concerto abbondantemente iniziato. Peccato, la seconda parte è stata fighissima, con Mangoni a fare da mattatore con travestimenti impensabili: lap dancer, giovane finto suicida, rasta suonatore di bonghi etc. Al ritorno, su un autobus altrettanto carico, sale uno dei più limpidi esponenti della categoria giovani: maglia viola, pantaloni fucsia larghi tipo orientaleggiante, sabot, un calzino giallo e uno arancione. Direi che posso concludere astenendomi dal commentare.

giovedì 11 settembre 2008

Questa delle bici rubate l'ho già sentita

Amici e amiche tutti, dopo anni di lotta a Pisa, arrivare a Bologna e vedere che c'è qualcuno al mondo che porta avanti le tue stesse battaglie riempie il cuore di gioia. Molti di voi mi possono essere testimoni: da tempi non sospetti sostengo con ferma convinzione che comprare bici rubate sia stupido, e che basterebbe tanto così per debellare il fenomeno. Nei miei ultimi giorni a Pisa qualcosa iniziava a muoversi: erano pochi, con poche risorse (qualcuno ricorderà i cartelloni scritti a mano e attaccati all'uscita della mensa centrale), ma convinti. Quassù al Nord siamo più evoluti e organizzati:


Questo è il sito di una pia organizzazione che combatte la compravendita di bici rubate nel modo più semplice possibile: vendendo bici legalmente e agli stessi prezzi di quelle rubate! Noi studenti fuorisede perseguitati, ma non abbandonati (chi mi indovina questa citazione c'ha il gelato pagato, non vale solo per una persona) ci accontentiamo di bici di poco conto, non ci serve la bici professionale a 50 euro! Insieme uniti un giorno sconfiggeremo l'Armata delle Tronchesi, ma dobbiamo volerlo tutti! Impegnamoci, ognuno nel nostro piccolo, comprando bici legalmente e sensibilizzando il nostro coinquilino!

Intanto non finirò mai di lodare sCATENAti.info, siete i nostri paladini!!!

E pensare che all'inizio, quando ho letto il nome del sito, la prima cosa che ho pensato è stata:"Mmhh, questi so' anarchici che vogliano votà le carceri e che inculano le bici per finanziassi!" Mai come oggi sono lieto di ammettere che i miei pregiudizi si siano sbagliati, anche perché succede così di rado!

domenica 7 settembre 2008

Segnalazioni da Bologna e dal mondo

Domenica, giornata di resoconti e di post sul blogghe. Oggi intendo sottoporre alla vostra attenzione alcuni piccoli episodi. Partiamo da quelli a cui ho avuto l'onore di partecipare.
Venerdì sera, sono circa le 11. La Bologna universitaria fa le prime prove di weekend autunnale. Si comincia a vedere un po' di movimento nelle stradine intorno via Zamboni, il terrone medio riprende la sua vita nordica in attesa del Santo Natale (all'inizio avevo scritto la parola "controesodo", ma la usano tutti in questi giorni, non mi accoderò certo alla massa (e ai compiacenti mezzi di comunicazione)). Quando ecco che, proprio in una di queste viuzze, si staglia in lontananza la figura carismatica del giovane (punk) fra i giovani: capello nero corvino liscio saldato alla testa, bianco come un cadavere, contorno occhi illuminato dalla pesante matita nera, ma, soprattutto, kilt!!! Non c'è niente da fa', quassù hanno tutto un altro passo.
Sabato mattina, invece, si guadagna la mia stima un ingegnoso vecchietto che passa in bici in strada Maggiore a folle velocità. "Pedala il nonno", penso. Il mio orecchio, intanto, è disturbato da un forte rumore di motore a scoppio, come di scooter, ma non ci sono cinquantini nei paraggi, solo la bici del redivivo Bartali. Bici che, solo ora mi accorgo, fuma dai pedali. Non ci credo neanche io lì per lì: il motore è montato sulla bicicletta!!! E' molto piccolo e compatto, di scooter non direi, forse di un tosaerba. Fatto sta che tira, cazzo se tira. Amici ingegneri, energetici soprattutto, prendete esempio.
E ora veniamo alle segnalazioni dal mondo. Partiamo da quello di cui molti di voi avranno sentito parlare (non ultimo il buon Napoli, che da alcuni giorni lo esalta come un mito, e ne ha ben donde): Ivan Ukhov, saltatore in alto di livello internazionale. Per i meno informati, il 22enne russo, da pochissimo lasciato dalla fidanzata, questa settimana partecipava ad un ricco meeting di atletica sotto casa di Giulio, a Losanna, nella opulentissima e neutralissima Svizzera. Ma il dolore per la separazione era per Ivan insormontabile, ci voleva della buona vodka russa per dimenticare. Sennonché la sua gara non era ancora finita. Il risultato? Beh, eccovelo.

L'ultima segnalazione della giornata è per un povero golfista vessato dagli animalisti. Tripp Isenhour (giudicate voi quale sia il cognome e quale il nome), professionista americano, stava girando una sorta di lezione di golf per un programma tv. Uno strano uccello comincia a svolazzare nei paraggi (circa 300 metri) emettendo un fastidioso gracidio. Il golfista (per spaventarlo, dice lui, per farlo al forno con le patate, dico io) si arma di mazza e gli scaglia una pallina. L'animale, invece, di spaventarsi, si avvicina. Il golfista insiste fino a quando... chiocca, rete! L'uccello stramazza al suolo centrato in pieno. La natura però a volte è capricciosa proprio, dispettosa direi quasi, perché lo strano uccello è una "poiana dalle spalle rosse" (di cui Albe è pregato di imitare il verso), specie iperprotetta. Il risultato è una condanna a 14 mesi da scontare con servizi sociali e cazzate varie. Secondo me non solo andava premiato per la brillante idea, ma anche per l'infallibile mira!!! Per completezza qui sotto trovate i 2 link a gazzetta.it
E già che siete su gazzetta.it date un'occhiata anche alla classifica di serie B, vai.
SALUTATE LA CAPOLISTA!!!

domenica 31 agosto 2008

Il punto sulla prima di campionato (lettrici perdonatemi)

Chiedo scusa alle affezionate lettrici se molti degli ultimi post del blogghe sono a sfondo calcistico, recupererò con argomenti più frivoli. Prometto che non sarà una rubrica settimanale, quando avrò qualcosa da dire lo dirò, come nello stile della redazione (cioè sempre io) in tutti gli altri campi. Ma ora lasciatemi sproloquiare su cosa ha detto il campo in questa prima giornata di campionato: niente di niente, essendo la prima, appunto. L'occhio attento e caustico non si è però fatto sfuggire alcune perle. Chapeau per Dentone, che, nonostante sia un ragazzo con i piedi ben piantati a terra (non certo nel senso dell'umiltà, ma nel senso meccanico del termine: 'un si move manco a bucagli il culo!), illumina S. Siro con tocchi pregevoli. Fa paura, soprattutto perché gli è ricomparso quel sorrisetto beffardo anche quando sbagliava un passaggio, cosa che non si vedeva da tempo. The Special One non ha niente da farsi perdonare, siamo all'inizio, siamo senza difesa, e siamo senza Cambiasso in mezzo al campo. Per il resto, eccovi alcune gustose segnalazioni:
- complimenti a Diamoutene del Lecce, che ha schiaffeggiato una palla innocua quando ci sarebbe tranquillamente arrivato di testa, provocando il rigore che ha cambiato il corso della sfida col Torino;
- complimenti a Langella (mi sbaglio o è arrivato anche in nazionale qualche anno fa?), che al 96°, con il suo Chievo in vantaggio per 2-1, ha visto bene di falciare a metà campo senza ragione alcuna il malcapitato leccese Valdez, meritandosi il rosso diretto;
- complimenti al capitano cagliaritano Lopez, che per salvare sulla linea un tiro che avrebbe potuto respingere in scioltezza, ha visto bene di rantolare a terra, impattando la sfera con un braccio e rimediando un rigore per la Lazio e un cartellino rosso. Niente male.
Per la chiusura col botto, sparo sulla Croce Rossa: il commentatore tecnico di "90° minuto" è Galeazzi, che, è risaputo, ripete le cose dette dai telecronisti o lette nei giornali un minuto prima, dato che di calcio capisce il giusto. Già dalla prima puntata Bisteccone lascia la sua impronta:
1. il buon Franco Lauro gli porge l'assist per un commento banale: "nel Milan i 3 Palloni d'Oro sono un po' da lucidare ancora", riferendosi palesemente alla presenza in squadra di Dentone, Sheva e Smoking Bianco (Pellegatti for president!); lui non trova di meglio che sprecare a porta vuota: "Eh sì, Inzaghi stanotte non dormirà pensando ai palloni d'oro che ha sprecato";
2. commento al possibile arrivo in nerazzurro di Quaresma: "Si vede che Mourinho ha voglia di parlare portoghese, visto che anche ieri ha fatto giocare Figo e tutti i suoi sudafricani." Mah.

sabato 30 agosto 2008

La "trivela" de Quaresma

Non è il solito video in cui si vedono i gol più belli di un giocatore (Quaresma, nella fattispecie, per dirla con Mario Venuti (chi non ricorda il magico "l'infedeltà è figlia dell'istinto naturale..." ?), autore di canzoni sottovalutate), che poi tanto sono sempre i soliti, ma una specie di documentario sul modo di calciare la palla con l'esterno che i portoghesi chiamano "trivela". Sembra che a Quaresma la cosa riesca discretamente. Chi ha dato almeno un calcio al pallone in vita sua non può non notare l'incredibile effetto che Quaresma imprime alla palla. Ma come straceppa fa a tirare e crossare così con l'esterno? Altro che effetto Magnus...

Avviso ai naviganti (web)

E' con somma soddisfazione che comunico a tutti i fan del mio blogghe (ormai siete in tanti) che da ieri sera è possibile lasciare commenti ai miei post anche senza avere un account google, in forma anonima o lasciando un nome (soluzione consigliata). Ogni commento è benissimo accetto. Ringraziamo tutti insieme (la redazione, cioè io, e tutti i fan che ora potranno contribuire alla crescita del blogghe) per il fondamentale contributo l'ing. Vaccaro (aka Maurizio), che, dall'alto della sua esperienza di blogger, mi ha illuminato nella soluzione del problema. Ci tengo comunque a sottolineare che il Freddy, pur di lasciare un suo contributo, ha appositamente sottoscritto un account google: impagabile!
Vi lascio con una perla che mi è successa ieri sera alla Cooppe. Sono le 19:10, poca gente alla cassa. Dietro di me chiudono la fila due giovani vestiti da giovani con un carrello zeppo di birre e vodke. Io deposito la mia spesa sull'apposito rullo e comincio a imbustare. La cassiera mi comunica l'importo totale e, meraviglia delle meraviglie, il più mingherlino dei due si fruga in tasca e tira fuori i soldi per pagare. Chissà cosa gli avranno suggerito quei 7-8 neuroni sotto la capigliatura da giovane. La cassiera fa per prenderli, pensando che fossimo tutti insieme, al che intervengo, sistemando l'equivoco. Considerazioni:
1. per parte mia, qualcuna di velle vodke l'avevano belle incignata, altrimenti è grave;
2. come cazzo ha fatto la cassiera a pensare che fossimo insieme, data la differenza di abbigliamento e, soprattutto, del contenuto dei carrelli? Cosa ci faccio con la vodka alla pesca, ci zuppo il mezzo chilo di pane?

mercoledì 27 agosto 2008

Sulla mancata vendita dei diritti tv della serie A

Che dire amici, la vicenda ha sicuramente una connotazione malinconica, ma i sentalismi a basso prezzo non mi appartengono, li lascio volentieri ai giornalisti. Il lavoro del giornalista sportivo si sta trasformando. Dai servizi che si vedono in tv sembra che questi non abbia più il compito di raccontare al grande pubblico i fatti per come avvengono, né tanto meno gettare luce su zone d'ombra che, anzi, spesso vengono protette ancora di più con la facile polvere dell'emotività e del nazionalpopolare. La loro mission è raccontare al popolo qualcosa che questo voglia sentirsi dire, che lo rassicuri. Scusate la digressione, avrei anche alcuni esempi freschi freschi (olimpiadi, SuperCoppa di Lega), ma non li riporterò per brevità (e soprattutto per spingere i più attenti di voi a chiedermeli, cosicché potrò sfoggiarli atteggiandomi). I diritti tv, dicevamo. Innanzitutto intendo prendere le distanze da chi invoca l'intervento della politica per una mediazione: le parti hanno tutte le possibilità di venirne a capo in autonomia. Neanche commento la posizione di chi rivendica il diritto a "90° minuto". Riporto però alcune idee, forse deliranti, che ho letto nella sezione "Commenti" dell'articolo relativo alla vicenda su gazzetta.it. Non dobbiamo condividerle (mi ci metto anch'io), ci dobbiamo ragionare. Fra le centinaia di "LADRI!" e "NON PAGO PIU' IL CANONE!" c'erano anche degli spunti interessanti per la riflessione personale.
1. Motivazione addotta da Galliani: i 20 milioni offerti dalla RAI per avere le sintesi in differita non in esclusiva sono pochi in confronto ai 70 sborsati dalle tv a pagamento per la diretta di tutte le partite in esclusiva. Non sono un esperto di mercati, ma, data l'evidente disparità di condizioni, la differenza fra le due cifre non mi pare esorbitante. Ah, dimenticavo, le tv a pagamento, come dice la parola stessa, possono investire gli introiti derivanti da chi paga (per l'appunto) per le partite, le tv generaliste no.
2. Questa è cattivella: chi ci guadagna se non si vedono le partite in chiaro? Le tv a pagamento. Qual è una delle tv digitali che detengono diritti sulle partite a pagamento? Mediaset. Chi ha condotto la trattativa per conto della Lega Calcio? Adriano Galliani. Io non ho detto niente, riporto solo lo spunto.
3. Se la gestione della faccenda è totalmente privata, nel rispetto delle regole del mercato, perché tanti soldi dello Stato investiti nella sicurezza degli stadi? Non sarebbe ora che le società provvedessero in proprio? Non hanno i soldi? E purtroppo... Questo in realtà è un mio cavallo di battaglia da tempo, ma vederlo scritto sul sito della Gazzetta mi riempie di orgoglio. Aggiungo io che la sostituzione dei poliziotti con gli steward contribuirebbe sensibilmente alla diminuzione della violenza negli stadi, perché il sentimento generale di odio degli ultras per l'ordine costituito sarebbe sicuramente meno viscerale nei confronti di ragazzotti gentili in maglietta rispetto ad agenti in tenuta antisommossa.
Una precisazione per i meno attenti: nella sezione "Commenti" degli articoli di gazzetta.it possono scrivere tutti, basta registrarsi, quindi è la voce degli osservatori esterni, non dei rassicuratori del popolo, di cui i giornalisti sportivi sono i precursori.
Concludo riportando una citazione del presidente Zamparini trovata sul medesimo articolo: "Abbiamo detto no alle offerte delle tv, ma da qui a sabato si fa in tempo a fare molte cose, un pò all'italiana". Dall'articolo non si capisce se il tono fosse scherzoso, schifato o compiaciuto.

martedì 26 agosto 2008

La connessione maledetta (sottotitolo: che fatica campà, non pensavo!)

Gli aficionados del mio blog ricorderanno sicuramente il post in cui lamentavo l'assenza di una connessione internet affidabile: beh, l'attesa è finita, dopo tanto penare HABEMUS ADSLEM! Siccome le mie peripezie informatiche (ciao Euge, tutto a posto?) non erano state abbastanza provanti secondo i numi del silicio, questi hanno deciso di sbarrarmi la strada verso il mondo esterno a Bologna ancora una volta.Di tutte le camere che ho visto a giugno, infatti, alla fine sono capitato proprio in una delle poche senza una connessione (oltre a essere forse l'unico appartamento non misto, ma è un'altra questione). "Mmmh, secondo me Simone non la vorrà mettere, in casa non c'è mai" mi ammoniva Giuseppe i primi giorni. "Comunque fino a qualche giorno fa ci si connetteva benissimo con una wireless sprotetta". Che vede bene di sparire proprio al mio arrivo. "Sì sì, per me va benissimo, tanto si spende poco in 3!", risponde Simone alla mia precisa domanda. "Vabbè dai, allora informiamoci per le varie offerte" suggerisce propositivo Giuseppe. Io ero a Bologna da 2-3 giorni, giravo con la cartina per arrivare alla fermata dell'autobus, quindi ho pensato: "Vedrai che si attivano loro". Dopo un paio di giorni mi trovo a digitare su google "infostrada bologna", "fastweb bologna" e così via (il tutto dal computer del laboratorio, avendo a casa una connessione sprotetta di segnale "molto basso", come recita beffardo il pop-up). Sento un paio di offerte qui e là, poi un'apparizione: entrando nel punto Infostrada di via dell'Indipendenza mi accolgono un paio di occhi cerulei (boia, le so tutte) e un sorriso lucifero. Ho capito subito quale provider avremmo scelto. Mi avesse detto che l'abbonamento costava mille euro al mese l'avrei fatto comunque. Sorridente, gentile, bellissima. Ero innamorato perso. Fatto sta che mi tocca tornarci 4 volte prima di far firmare il contratto al mio coinquilino: l'avessi fatto apposta non ci sarei riuscito. Prima le informazioni non erano sufficienti, poi i ripensamenti dell'ultimo minuto, poi, l'ultima volta, arriviamo dopo l'orario di chiusura. Il ragazzo ci fa segno di tornare domani, io guardo lei (che ormai si ricorda benissimo di me, e secondo me... vabbè) con occhio implorante e in un attimo, sempre con quel sorriso instancabile (sono le 19.40), il contratto è firmato. Dopo le vacanze mi richiama Infostrada: "Il 20 allora verrebbe il corriere per la consegna del modem, c'è qualcuno in casa?"
"A che ore?"
"Eh non lo so, ci deve essere qualcuno tutto il giorno." Vabbè, se proprio non si può fare altrimenti. Mi pare superfluo aggiungere che il 20 non è venuto una straceppa di nessuno. Il 21 sì però, quando non c'era nessuno. Chiamo il numero riportato sull'avviso lasciato dal corriere. Riprova domani, sarai più fortunato. "Mi deve dare la disponibilità un giorno qualsiasi per 2 ore dalle 10 alle 12 o dalle 15 alle 17."
"No guardi, a quell'ora non c'è nessuno. Il sabato mattina?"
"Impossibile, è chiuso anche il magazzino."
"Oggi pomeriggio verso le 16.30, alla fine del turno?"
"No, oggi il pacco non è partito perché sono 2 giorni che passiamo e non c'è nessuno"
"No, siete passati ieri, non ierillaltro, non mi sono mosso di casa!"
"Eh, si vede che l'autista era nuovo, non ha trovato la via e ha scritto "sconosciuto"". A questo punto potevo scegliere la risposta fra:
1. "Il navigatore satellitare è di serie anche sul triciclo"
2. "Scusi, quali sono le competenze richieste ad un camionista del vostro team?"
3. "30 centesimi per farmi una telefonata te li davo io volentieri"
4. "Mi devo incazzà!?"
La mia indole mansueta mi ha portato ad optare per un più signorile: "Va bene, vengo a prenderlo al magazzino". Un bel po' dopo l'attraversamento della tangenziale. Ma non importa: lunedì 25 agosto verso le 7 il modem è a casa. C'è anche Simone. "Dai proviamolo subito". Sulle istruzioni leggo: "Per l'attivazione digitare sul sito il seguente codice cliente

"
No, non ho saltato una riga, è quello che si riusciva a leggere, ossia niente.Simone: "Dai, domani chiamo io dall'ufficio e me lo faccio dare". Uelà, che intraprendenza, peccato tutta alla fine, tanto tonò che piovve.Un'oretta fa torna Simone con il codice. Dalla mia finestra ora vedo il mondo. (Boia, un poeta!)

giovedì 21 agosto 2008

Contro la monotonia

Obiettivamente l'osservazione che il mio blogghe è un po' scarno è abbastanza pertinente, indi per cui ho deciso di mettere qualche perla per ravvivare un po' la questione. Inoltre i post sono molto lunghi, come in tanti mi avete già fatto notare, quindi spezzare con un po' d'arte non guasta affatto. Anche se, come dice Max Gazzè alla sua cara Valentina, "non è vero che poi mi dilungo spesso su un solo argomento". Ecco perché sottopongo alla vostra cortese attenzione questo videoclip che ho visto di recente in tv. La canzone non è granché, il testo ha dei buoni spunti, ma il video è la dimostrazione che il cervello vale più dei soldi in materia artistica. Tutti gli effetti speciali di Hollywood non possono niente in confronto a cotanta arguzia. Il video si intitola "Io e Rodo al bar", il cantante (o il gruppo, non saprei) si chiama Swim. Godetevelo, mi ringrazierete.


Come postilla, una segnalazione: nell'ultima, sciagurata apparizione della nazionale di calcio olimpica (come si fa a perdere così!?), il commento tecnico era affidato al buon Beppe Dossena. Non mi ricordo se prima o dopo il gol del 3-2 del Belgio, l'ex-ala sinistra della Sampdoria campione d'Italia e della Nazionale, si lancia in un intervento quanto meno incauto: "Con l'ingresso di Abate, sulla nostra fascia destra abbiamo una situazione di uno-contro-uno platonica, nel senso di dichiarata" (cito a memoria). Mah. Giulio, te che sai molto più di me di filosofia, cosa avrà mai voluto dire l'ex-allenatore delle giovanili del Ghana? Cioè, il concetto calcistico è chiaro, e anche corretto, è la connotazione grecista che mi lascia perplesso. Chiunque sia in grado di illuminarmi è ben accetto. In caso contrario, mi rivolgo al Dossena uomo: anche se la carriera di allenatore non è stata ricca di soddisfazioni, non è detto che tu debba fare proprio il commentatore in tv, se la cosa non ti appartiene! O quanto meno pesa maggiormente gli interventi, che ne dici?

mercoledì 20 agosto 2008

Summery (crasi di summer summary)

Beh, un rapido riassuntino delle mie vacanze direi che ci sta bene a questo punto, no? Sono state le vacanze estive più brevi che abbia mai fatto (18 giorni circa), ma mi ci dovrò abituare. Inizio decisamente rock, essendo andato in Capanna a poche ore dal mio arrivo in Maremma. Sulle ali dell'entusiasmo si prosegue con i famosi 3 giorni al Giglio con Guido. Il weekend successivo vede l'arrivo di Lore, Noelie e Perrine e la partenza del Macca. Da segnalare la Festa medievale a Roccatederighi: figuranti in abito medievale, spettacoli tipo cantastorie, mangiafuoco e roba varia, cena rustica con piatti di pane secco e bicchieri di coccio. Unico neo: freddo polare. Freddy scusaci tanto se in macchina abbiamo dormito tutti senza farti compagnia; io, in particolare, mi sono addormentato poco fuori dal parcheggio e mi sono risvegliato davanti casa. Domenica 10 riesco a trovare qualcuno per il concerto di Max Gazzè a Festambiente: Lore, Noelie e Perrine, ai quali si aggiunge immancabile Albe (nonostante il filo spinato e le tagliole). Bravo Max, concerto simpatico, alla faccia di chi non c'è voluto venire perché non conosceva le canzoni. La sera dopo tocca a De Gregori: tanta gente pronta a cantare i superclassici, per me alti e bassi, in alcuni punti l'ho trovato un po' monotono. Almeno sono riuscito a portare il Freddy a Festambiente grazie ad una fortissima pressione psicologica; alla fine non sembrava tanto convinto. I giorni successivi scorrono veloci fra beach volley, sagra a Batignano, Nordest e Castiglione. Tornano Ale e Roberta, Gianni e Ale, parte Guido. Arriva il fatidico giorno dell'Assunzione di Maria: non facciamo in tempo a metterci a riparo da una specie di tromba d'aria che investe Marina proprio mentre noi stiamo venendo via in macchina. Mai visto niente del genere. Per fortuna che la sera c'è la grigliata da Albe. Il giorno dopo non riesco ad evitare i fuochi d'artificio a Marina, al contrario di quanto mi ero ripromesso: purtroppo ci vanno proprio tutti!!! Domenica è la volta del concerto finale di Festambiente: PFM canta De André! Revival pisano con Ale e Albe, manca solo Riccardo, che rifiuta l'invito. La prima ora è eccezionale, trascinante, proprio come i CD del concerto di 30 anni fa, con in più un pubblico in delirio che accompagna la PFM cantando e battendo le mani (salvo smettere regolarmente quando iniziavo io). L'entusiasmo si affievolisce un po' quando cominciano le canzoni della PFM, che comunque non mi sono dispiaciute. Da qui in poi niente di che, classica atmosfera da ultimi giorni di vacanza. Almeno riesco a salutare il Macca prima di tornarmene a Bologna.

venerdì 8 agosto 2008

Il Mora e il Tibe strapesi al Giglio in tenda

Il sottotitolo di questo post, se solo trovassi il verso di mettercelo, potrebbe essere: "come ottenere il massimo da una vacanza di 3 giorni con il minimo sforzo". Tutto comincia in un torrido sabato pomeriggio a Marina beach: "Guido, ma se s'andasse 3 o 4 giorni in campeggio da qualche parte in queste vacanze, te come la vedresti?""Booo, lo sai Tibe ci pensavo anch'io... sì sì, a me mi va strabene. Sarebbe ganzo andà all'Elba, o al Giglio, secondo te?""Io avevo pensato a Vada, S. Vincenzo, quei posti lì, ma va bene tutto!"Albe e il Freddy erano già andati via dal mare, quindi ci siamo ripromessi di proporglielo la sera a cena. Il Macca deve lavorare, Ale è in Puglia, Gianni in Sardegna, il Capitano va in Grecia, quindi la rosa dei possibili partenti si limitava a noi quattro. "Boh, io sono tornato da poco da Sidney, non è tanto per i soldi, ma voglio starmene un po' a casa""Mah, più no che sì, devo fare dei lavoretti a casa, poi al Giglio non move la sera, non credo di venire"Andate affanculo tutti e due, io e il Mora ci si va lo stesso. Essendo solo in due abbiamo optato per il Giglio: più vicino, più comodo, non c'eravamo mai stati nessuno dei 2.Lunedì pomeriggio ore 15: ritrovo per l'organizzazione. I pezzi della tenda ci sono tutti, foglie secche e sabbia di Lloret de Mar incluse (certo Sbirro la potevi anche pulire in 2 anni, ndr). Previsioni del tempo ok, con somma soddisfazione del Mora che incontra per la prima volta meteo.it, rimanendone impressionato. Un solo campeggio al Giglio: "Non è possibile prenotare, dovete arrivare prima possibile e sperare", gracchia una voce poco amichevole nella cornetta dell'ufficio del commercialista Morandini senior.Proviamo a prenotare il traghetto, ma nessuno risponde ai numeri trovati sui siti di Toremar e MareGiglio, le due compagnie che portano all'isola. Andate tutti straffanculo, noi si viene giù e quel che succede succede. Partenza fissata per il giorno successivo (martedì, ndr) ore 06:45.La Panda bianca 750 ruggente ci porta verso Porto S. Stefano dove ad accoglierci sono i cieli neri (questa citazione è per intenditori, chi la indovina?). "Te l'avevo detto Guido, meteo.it è molto accattivante, ma mette sempre il sole!" Il mezzo viene lasciato in un parcheggio gratuito, dopo aver chiesto a 2 persone diverse se avremmo avuto qualche speranza di ritrovarlo lì qualche giorno dopo. Ore 8.30: si parte. Sul traghetto incontriamo il Tramontano e Valentina, abbastanza contrariati (eufemismo) per le nuvole impreviste, dato che loro sarebbero stati un solo giorno. Marco conosce abbastanza l'isola, e ci consiglia la spiaggia delle Cannelle. Arrivati al campeggio, montiamo la tenda proprio dietro un muro provvidenziale perché ripara la tenda dal sole fino alle 11 della mattina. Sono le 11.30, ce l'abbiamo fatta contro tutti gli ostacoli e alla faccia di chi c'aveva tanto da fare a Grosseto. La giornata passa fra gli scogli sotto il campeggio e la vicina spiaggia di Campese: il mare è trasparente e piatto, gli scenari sono mozzafiato, la spiaggia è popolata ma regna la pace. In breve, uno spettacolo. Ce lo aspettavamo. Dopo la cena in una pizzeria di Campese prendiamo l'autobus alla volta di Castello: un ragazzo dell'isola ci ha consigliato per il dopo-cena la "serata Scandalo" alla discoteca "I Lombi". Il nome promette bene, siamo carichi. Che invidia Albe quando saprà cosa nasconde la apparente tranquillità dell'isola. Castello è un paesino molto caratteristico, tutto viuzze e costruzioni antiche. La discoteca è un buco dentro l'osteria "da Gioacchino". Luci soffuse, tenda rossa tipo cinema all'ingresso. E' evidente, è un night che ogni tanto funge da discoteca. Ci accoglie Gioacchino in persona: sulla settantina, catenona d'oro al collo su camicia bianca sbottonata fino al petto, capello lungo bianco liscio, un personaggione. "L'entrata è 8 euro con consumazione, qui si fanno prezzi per giovani!" Dentro sembra che non ci sia nessuno. "Si popola verso le 2, 2 e mezzo". E' mezzanotte. Behììì!!! La mancanza di giovani lì intorno e l'atmosfera trucida ci spingono verso la tenda. Un flop. Sarà contento Albe. Mattina dopo ancora a Campese, ma dopo pranzo seguiamo il consiglio del Tramontano: dritti a Cannelle. Arrivati al porto in autobus partiamo a piedi. La strada è a strapiombo sul mare, scogli scolpiti, natura variopinta, vista esagerata. Leggera sensazione di calura (sono circa le 3, leggera una mazza). La caletta è un gioiello, troviamo anche posto all'ombra di un pino. La piccola spiaggia è occupata (nel senso liceale del termine) da un gruppo di romani burini e caciaroni, come si vede nei film: una distesa di ombrelloni, teli e borse frigo piene di polpette, riso freddo, insalate varie e panini. Facevano un casino, ma un casino. Guido si addormenta sul suo fido materassino. Come farà. Vinte dalla calura, due ragazze si riparano all'ombra del nostro stesso pino. Anche loro ridono alle esclamazioni folcloristiche dei romani. Pensiamo di chiedere a loro della movida gigliese. Anche loro sono un po' deluse, nonostante siano lì dalla domenica non hanno ancora trovato qualcosa di bello da fare la sera. Facciamo conoscenza. Eleonora si è laureata in Economia a Siena, dove è nata e cresciuta, mentre Maila da Latina sta preparando la tesi, sempre in Economia a Siena. Decidiamo di incontrarci dopo cena al Porto. Praticamente c'è solo il lungomare, ci troveremo di sicuro. E infatti alle 11 eccole. Ci muoviamo verso un bar sulla spiaggia che organizza una serata. La musica è altissima, non si riesce a parlare, meglio un gelato sulla panchina davanti al mare. Ridendo e scherzando sono le 2 quasi senza accorgersene. Dobbiamo prendere l'autobus, se non vogliamo dormire al Porto. Bella serata. La mattina seguente smontiamo la tenda, liberiamo la piazzola e, come da accordi presi la sera prima, ci dirigiamo verso la spiaggia di Arenella, dove ci saremmo incontrati con Maila e Eleonora. In realtà ci incontriamo sull'autobus. Io, Guido e il materassino, che ormai viene considerato parte integrante del gruppo, sembriamo 3 sfollati, con zaini e borsoni al seguito. Dopo una lunga discesa a piedi, che al ritorno si trasformerà inevitabilmente in una lunga salita, arriviamo all'Arenella. Non aggiungo commenti sul posto, sarei ripetitivo. Ci fa compagnia anche l'ex Presidente del Senato Franco Marini. Rapidissimamente si fanno le 5, ora fissata per la ripartenza. Non prima, però, di essersi scambiati i contatti, in fondo Grosseto e Siena sono vicine, Bologna pure. Arriviamo a Porto S. Stefano. Il bolide c'è sempre, non ci sono autografi dei vigili. Bene. Riassunto finale: organizzazione praticamente assente (quindi sforzo minimo), mare e scenari eccezionali, incontri piacevoli (quindi massima resa). Vacanza breve, ma perfetta, anche nel senso etimologico. Unico neo: il materassino gelosamente custodito non entrava nella Panda, quindi abbiamo dovuto sgonfiarlo. Guido c'è rimasto male.
p.s. Grazie Marco e Valentina, avevate ragione: la spiaggia delle Cannelle era da vedere!!!

giovedì 31 luglio 2008

Brevissimo post per vantarmi della vita culturale felsinea

Brevissimo post per vantarmi della vita culturale felsinea
Ieri sera, da vero giovane intellettuale, sono stato con il mio coinquilino Simone a vedere "Full metal jacket" in lingua originale in piazza Maggiore (la piazza centrale di Bologna) a gratisse. Il film spacca, ma non dico certo una novità. In lingua originale, poi, è tutta un'altra cosa, come del resto la 500 è piccola ma la parcheggi dove ti pare. Tutto perfetto se non fosse stato per un ubriaco sfatto seduto accanto a noi che puzzava appestava (aiutato dal cane che gli sedeva accanto), e che, con insistenza crescente, parlava da solo ad altissima voce. In tutto il film ha detto 3 frasi: "No, non vi sedete qui, non c'è posto, non ci si passa più", rivolto a chiunque passasse nel raggio di 3 m; "ti impallino anche da 4-500 metri" (ispirato dal pezzo del film in cui l'ufficiale parla con i futuri marines del presunto assassino di Kennedy, che aveva imparato a sparare, appunto nei marines); "poi dice che non c'è lavoro: prendi la carta vetrata e svernicia la porta". Queste 3 frasi ripetute fra le 341 e le 537 volte in tutta la sera. "Benvenuto a Bologna!" ha sentenziato sardonico Simone guardandomi.
p. s. bella "sardonico", l'ho letto ieri sera in un libro, non so di preciso cosa voglia dire, ma dall'uso che ne faceca l'autore credo che ci stia bene.

Let's get physical! (and polemical, that never guasts)

Finalmente ieri, dopo un periodo di bighellonite acuta, sono riuscito a trovare la forza di andare a correre. Scelta saggia la mia: dei 18 giorni di permanenza a Bologna, ho preso il più caldo, saranno stati 35 gradi all'ombra (eh lo so Giulio, ho provato a scriverlo, ma da scritto non rende). Alle 18.40 sono partito da casa. Dato lo stato di forma in cui verso, il ritmo doveva necessariamente essere blando. Per questo la scelta della musica di sottofondo è ricaduta su Simon & Garfunkel: doveva essere una sgambata. In una decina di minuti arrivo ai Giardini Margherita. Andatura intermedia fra passo merenda e passo tranquillo. Ai giardini, per fare un po' il giovane, comincio a correre sullo sterrato, che è la parte più esterna e, quindi più lunga. Senonché, essendo esterna, è anche vicina ai viali, nel primo tratto, e, nell'ora di punta non è il massimo, vuoi per il rumore vuoi per lo smog, che a polmoni aperti fa sempre piacere. Ma dopo poco si gira e ci si allontana dal traffico, quindi tranqui. Purtroppo ci sono dei pezzi asfaltati obbligati, vabbè, sono corti. Il percorso non è piano per niente, tutti saliscendi che si fanno sentire sulle mie poco allenate gambine. Comunque si va. Finisco il primo giro. Poco più di 10 minuti, quindi una ventina in totale. Ancora altri 2 giri, poi si ritorna verso casa. Esco dal cancello dei giardini, sono mézzo. Altri 10 minuti per arrivare a casa, e siamo a 50. Per il ritorno all'attività agonistica può bastare. Stamattina faccio per alzarmi ma mi sento le gambe di legno. Il mio coinquilino mi suggerisce che ormai non ho più vent'anni. Ha ragione.
Detto del ritorno alle competizioni, apro una breve pagina polemica:
1. Scajola è un genio: complimentoni per la frase quanto meno incauta sulle persone morte nella costruzione della centrale. Sono d'accordo, è ovvio che lui non intendesse essere offensivo, ma, dati i precedenti (v. scorta a Biagi), un po' di cautela nell'esprimersi sarebbe opportuna.
2. Continua la mia crociata contro i giornalisti sportivi: le pagine (web) dei quotidiani sono piene di elogi alla Juve, la squadra più in forma, più tonica, più in palla. Contro l'Inter 2 tiri in porta: 1 gol e un doppio palo (tanto di cappello (eh Giulio, come facevo?) a Pinturicchio e alle sue basette) al 46'. Nessuno dico nessuno che abbia scritto del furto e dell'ennesimo trofeo che ci è stato sottratto a causa degli errori arbitrali: fuorigioco abbondantemente inesistente fischiato all'Imperatore solo contro Buffon ed evidente trattenuta da ultimo uomo sempre nei confronti di Adri lanciatissimo a rete non sanzionata. Che vergogna! Moggi non solo va in giro in TV a dire cazzate, è sempre qua e lotta insieme a noi.
3. Vista la bella prestazione dei 2 centrali sul gol di Iaquinta (Cambiasso va perdonato, lui il fuorigioco non lo fa mica mai, il mio pupillo Burdisso, invece, non ha giustificazioni) stamani mi ha chiamato lo Special One per sapere se potevo andare a fare il centrale per la Supercoppa: sarà bene che vada a correre anche domani.
p. s. come ho già detto al Macca, quest'anno l'Imperatore ci darà delle soddisfazioni, l'ho visto carico: se non fosse stato per la solita giacchetta nera e per la bravura di Buffon, ieri sera almeno un paio le purgava!
p. p. s. ma la citazione del titolo chi me la becca
?

lunedì 28 luglio 2008

Prima di tutto, la casa

Ciao a tutti,
dopo l'ultimo sfogo personale, mi pare giunta l'ora di cominciare a raccontare un po' della mia gita a Bologna. Beh, la prima cosa da descrivere non può essere che la casa in cui abito. Non vi sto a tediare col raccontare tutti i casini vari per trovarne una che andasse bene a me e a cui io andassi bene; sappiate che ce ne sono stati, data la mia ben nota pignoleria e dato che gli studenti fuori sede a Bologna sono di molto sceglini (obiettivamente, come si diceva tempo fa con Ale, sono il coinquilino ideale, ma molti non l'hanno capito). Alla fine sono riuscito a trovare una sistemazione più che decente. La casa è in Porta S. Vitale, zona abbastanza centrale, ad un quarto d'ora dalla fermata della Rama per il Rizzoli. La zona non è malvagia. Il quartiere, come buona parte del centro, è invaso da pakistani/cingalesi. Non che questo sia un problema di per sé, ma il fatto è che le vie sono piene di alimentari e internet point: dico io, diversificate un po' la produzione, fatevi meno concorrenza, non so. Come faranno a campare tutti proprio non lo so. Nota di costume: sono tutti aperti dalle 8 di mattina alle 10 di sera, orario continuato, domenica compresa. Mah. Comunque io ne usufruisco poco, dato che ho la Coop a 10 minuti. Organizzandomi riesco a fare la spesa circa una volta a settimana. L'unico problema è il pane: non posso andare alla Coop solo per prendere il pane, mi sento scemo; i pakistani hanno solo baguette, che all'inizio è anche bona, ma poi fa caà; oggi pomeriggio ho provato la soluzione forno in strada Maggiore (dietro casa) ma diciamo che non è andata come speravo: 4.10 euroni al kg, la maiala di su ma. "Però almeno è bono", ho pensato. Maddiché! è gommoso come... no, non la posso scrivere, è troppo. Comunque è gommoso. Tra l'altro c'è scritto "toscano". Mah, a me quello toscano mi piace tanto, e questo fa caà. Dopo le coordinate della zona passerei all'appartamento. 3 singole spaziose, un ampio salotto, una cucina piccola, un bagno invidiabile, uno stanzino con lavatrice, oggetto oscuro con cui dovrò familiarizzare a breve. Come sapete, niente ADSL. I mobili sono un po' vecchi, ma tengono (quasi tutti). Ma la cosa più importante, senza la quale non avrei accettato, che risulterà determinante per la mia esperienza è che l'appartamento è TERMOAUTONOMO!!! Il prezzo è 350 euri spese escluse. Rassicuro tutti i pisani che staranno strabuzzando gli occhi: a Bologna è normale. Con i 2 coinquilini l'approccio è stato positivo: uno studente di medicina di 25 anni, Giuseppe, pugliese e un lavoratore di 30 anni, Simone, friulano. Probabilmente rappresentare il centro era nel mio destino. In casa l'organizzazione delle pulizie e dei piatti è efficiente ma molto elastica: ottimo. L'unica cosa che non capisco è che, invece di pulire una stanza a testa, quando ti tocca devi pulire tutti gli spazi comuni. "Almeno poi per un mese non ci pensi più". Però quella volta che coglioni, aggiungo io. Il passaggio più duro, però, è quello dalla spesa comune alla spesa individuale. Intendiamoci, era normale, anzi preferisco che sia così. Però che tristezza andare alla Coop e comprare 3 o 4 banane che sennò vanno a male! Belli i mi tempi, quando se ne comprava una quindicina tanto erano belline verdi!

giovedì 24 luglio 2008

Qui si fa la rivoluzione, contro Eugerio Centurione

Come promesso nel post inaugurale/programmatico, ecco un dettagliato racconto di una delle vicende che hanno caratterizzato il periodo immediatamente precedente alla partenza per Bologna: l'epopea del mio portatile. Tutto ebbe inizio in una calda mattinata del maggio pisano, quando, tentando di reinstallare il sistema operativo per risolvere un problema al masterizzatore DVD, il mio fiammante portatile vede bene di bloccarsi, cioè, andare andava, ma non riusciva a finire l'installazione. In quel momento, saranno stati i primi caldi, o la smania di sistemare il tutto, ecco che prendo la decisione: vado dal tipo davanti a Scarpamondo che ci aveva già sistemato il fisso. "Sì sì, fra 2 o 3 giorni ti chiamo io e ti dico qual è il problema", dice lui con la sicurezza di chi sa il fatto suo. Era il 13 maggio. Ma dopo 2 o 3 giorni nessuna chiamata. "Eh, ho avuto delle urgenze, ripassa dopodomani". "Eh, sono stato a lavorare fino a tardi ma non ce l'ho fatta". "Eh, ho iniziato a guardarlo, ma devo ancora vedere una cosa". Siamo intorno a metà giugno. "Sì, l'ho guardato, le possibili cose da fare sono... (a dire la verità parlava sottovoce, velocemente, e usava termini tecnici che non capivo, sembrava proprio che mi stesse prendendo per il culo, ma vabbè)". "Ok, quando ripasso?" "Dai, per dopodomani te lo faccio", con l'aria di chi mi fa un favore perché c'avrebbe tanto da fare, ma si sacrifica per offrirmi il miglior servizio del mondo (dopo un mese). Dopodomani niente, "ripassa dopodomani". Ho cominciato a temere che per lui "dopodomani" fosse una categoria aristotelica, non un avverbio temporale dal preciso significato. Dopodomani, appunto, colpo di scena: negozio chiuso, nessun cartello fuori. Mmhh, comincio a sentire l'inconfondibile puzzo di inculata. Era il 25 giugno. Nessuna notizia fino al 30, quando decido di chiamare l'altro punto vendita di Livorno. "Guardi signora (si comincia male, ndr) stanno chiamando decine di persone, io non so nulla, al telefono non risponde." "Ho capito, ma a me il pc serve, anche se non è stato aggiustato". "Eh lo so signora deh, non so che dilllllllle" (parlava labronico sodo) e io, in preda al panico: "Ma non è che questo è scappato perché aveva paura della gente?" "Mah, secondo me s'è suicidato, perché deh, quest'imbecille, io è da gennaio che ci lavoro." Sembrava piuttosto incazzato anche lui. "Io deh sto consigliando alle persone di rivolgesi a' carabinieri". "Scusi, ma come si chiama questo signore, per cercarlo in qualche modo?" "Eugerio Centurione". "Eugenio?" "No, Eugerio" Mmmmmhhhhh.... In realtà poi ho scoperto che si chiama Ogerio, ma non è il particolare che conta. "Deh guardi signora, io unnò ancora 'apito se lulì è un omo o un alieno!" Su questa massima saluto e vado dritto dritto dai carabinieri. Arrivo in guardiola, c'è un ragazzo che sarà più giovane di me, ma la divisa mi impone di dargli del lei. Gli spiego il problema. "Sono già venute diverse persone, ma non possiamo fare niente, dovete andare all'associazione dei consumatori". "Scusi, ma dal nominativo si può risalire all'indirizzo?" "No, non posso, ma se sa il nome me lo dica" "Eugerio Centurione": la divisa non riesce a fermare una risatina, come a dire: "sì sì, avoglia, ma lo rivedi il portatile eh". Nel frattempo la mia condizione psicologica si faceva sempre più precaria, grazie anche all'aiuto dei miei due splendidi coinquilini, che si parlavano fra loro così: "Sai, ho portato il cellulare ad aggiustare da Nigel Mansell", alludendo alla vaga possiblità che l'identità potesse essere fasulla e così via. Albe, comunque, era convinto del suicidio, dato l'evidente stato confusionale in cui si trovava nei giorni precedenti Euge.Ma all'improvviso la fortuna sembra guardarmi benevola: Al 978° tentativo di visita al negozio compare un cartello: "Causa malattia... riapriamo mercoledì 2 luglio. Ci scusiamo per il disagio." Ci scusiamo un par di coglioni, aggiungerei. Torno a casa tutto contento."Ancora non sto bene, riapriamo giovedì 3". Albe suggerisce "gli hanno rimandato il volo per la Thailandia". "Ancora non ce la faccio, riprovo dopodomani" AAAAAHHHHHH. Sabato mattina niente, neanche il foglietto del rinvio.Lunedì è la giornata campale: se passa a cambiare il foglietto, mi ci troverà. La mattina è chiuso per riposo settimanale, ma il pomeriggio alle 2, con 2 ore di anticipo sull'orario nominale di apertura, io sono lì. Nell'attesa incontro una decina di persone che lo cercano. Qualcuno mi fa compagnia. Alle 4 e mezzo arriva una sarda aiutami a dì tignosa che non si è potuta laureare perché non aveva il pc. "Sono già stata dai carabinieri, ho mandato le raccomandate a lui e all'impresa 5 giorni fa, fra 2 giorni arriveranno le ricevute di ritorno anche non firmate, dopodiché posso fare la denuncia". Boia. Fino alle 8 Euge non si vede, la gente che passa fa le ipotesi più disparate. Torno a casa.La mattina dopo vado all'associazione consumatori, come mi aveva detto il carabiniere giorni addietro. L'associazione è chiusa fino a settembre per trasloco, la maiala di su' ma. Fuori dalla porta mi chiama Rossana, la sarda di ferro, con la quale c'eravamo scambiati i numeri di cellulare per un'eventuale class action: "Mi ha appena chiamato, dopodomani mi ridà il pc". Non le ho detto niente per rispetto, ma comunque mi fiondo al negozio per avere notizie. "Oggi pomeriggio, martedì 8 luglio, riapriamo ufficialmente." Alle 4 ci sono già 2 persone ad aspettare, uno è un americano grossissimo, cattivissimo e incazzatissimo. Ho temuto il peggio, ma non avevo temuto abbastanza. Quando arriva Eugerio fra due ali di folla, l'americano gli chiede notizie del pc. "Quindi in 2 mesi non hai risolto un cazzo!" con fare minaccioso. "Ridammi il pc prima che m'incazzo per davvero", tuona da dietro i suoi occhiali sportivi a specchio da marines. Euge comincia a cercare il pc: passano 5 interminabili minuti, quando finalmente il pc ricompare. Poteva finire male sodo. Tocca a me. "Guardi, sto aspettando il pc per andare via, me lo ridia subito, che perdo il treno." "Lo devo rimontare, te lo stavo aggiustando, ma se ripassi fra poco è pronto" Stavo per piangere. "Prenderò il treno dopo, me lo aggiusti, ma aspetto qui". Fa alcune prove, ma non c'è verso. Non si accende neanche più. Stava meglio il 13 maggio. Ho pensato al suicidio. "Guardi, non importa, me lo ridia così". Almeno lo potevo toccare.L'epilogo si consuma a Grosseto il giorno dopo. Tramite Lara ho il numero del tecnico di fiducia di Stefano. Sono le 9. "Richiama alle 12, ti so dire qualcosa". E alle 12 mi ha detto qualcosa. "Fra 2 giorni il pc è come nuovo". E fra 2 giorni il pc era come nuovo. Grazie Fabio.
p.s. chiedo scusa per il pippone, ma era uno sfogo necessario. E comunque ho tolto alcuni passaggi, chiedete ad Ale e Albe se non ci credete.
p.p.s. caro Euge, ci tengo a precisare che non ce l'ho con te, io ci credo anche che tu sia stato male, ma la prossima volta è sufficiente che tu mandi qualcuno a restituire i pc a chi ne ha bisogno.

domenica 20 luglio 2008

Le trasmissioni riprenderanno al più presto

Ciao a tutti,

nonostante il mio arrivo a Bologna facesse presagire un fiume di post per descrivere i primi giorni, avrete notato che tutto tace. L'unico motivo è la mancanza di una connessione internet in casa, dato che la wireless sprotetta che si beccava si è smaterializzata non appena sono arrivato io. Ora sono su una connessione debolissima, che salta ogni 2 minuti, quindi non mi posso spingere più di tanto nel racconto. Comunque spero che a breve risolviamo il problema alla radice mettendo una linea tutta nostra, ma dobbiamo ancora verificare che la presa del telefono nell'angolo della cucina sia allacciata: speriamo, altrimenti la veggo buia!
Continuate ad aspettare fiduciosi, prima o poi qualcosa arriverà.
A presto,

Luca

domenica 6 luglio 2008

Perché scrivere un blogghe?

Se è la prima volta che entri nel mio blogghe ti chiederai perché l'ho scritto: alla fine non è che se ne sentisse un bisogno impellente. L'idea mi è venuta leggendo la ricca produzione letteraria di altri che già sono partiti per Erasmus vari o tesi fuori. Molto probabilmente è un tentativo di rimanere almeno un po' attaccato a tutto ciò da cui mi allontanerò fra pochi giorni partendo alla volta delle due Torri. Certo, non è che la distanza sia proibitiva, ma è inutile negare che la mia presenza sul territorio maremmano e pisano sarà più rarefatta, quindi mi aggrada alquanto l'idea di poter raccontare le mie vicende felsinee a chiunque sia interessato. In realtà questo blogghe sarà uno strumento utile per molti di voi: pensate altrimenti che pipponi v'attaccherei se vi dovessi raccontare di persona parte di quello che vivrò a Bologna!
Ancora non so bene che struttura avrà, ma non credo che sarà un diario puntuale, pensavo piuttosto a una serie di pillole di vita vissuta miste a commenti di vario genere, caratterizzati dalla solita saggezza di matrice popolare.
Poi, diciamocelo seriamente, in un mondo dove ormai scrive libri anche 'l maiale, dove c'è pieno di blogghi, beh, mi pare di avere l'autorità sufficiente per pontificare e raccontare a piacimento. Eppoi la gente giovane lo scrivano tutti, fa fighissimo, fa multiculturale abbestia, fa molto "libera i saperi" (se li hai, e per avelli c'è da sta col culo sulla sedia, invece d'andà a giro a fa le manifestazioni).
Al momento scrivo da Pisa, dove sono ospite in casa mia, nella casa che ho sapientemente amministrato in totale autonomia per quasi 5 anni, ma la partenza ormai è vicina.
Boia, pensavo venisse più corto, la sintesi non è mai stato il mio forte. Pensa quando narrerò delle vicende prepartenza!!! (ancora non ne ho la forza, ma pazientate e riderete (di me))