giovedì 21 luglio 2011

Così si cambia la storia

"Per rispondere a ciò, deve essere notato che quella dottrina che ho esposto sulla rifrazione e sui colori consiste soltanto in certe proprietà della luce, trascurando le ipotesi mediante cui si devono spiegare quelle proprietà. Il modo migliore e più sicuro di filosofare, infatti, sembra essere, in primo luogo, quello di ricercare con accuratezza le proprietà delle cose e di stabilirle mediante esperimenti, e quindi, in seguito, di rivolgersi alle ipotesi per la loro spiegazione. Infatti le ipotesi si devono soltanto applicare alla spiegazione delle proprietà delle cose, e non usare per determinarle, se non in quanto possano offrire a conferma degli esperimenti. E se qualcuno può fare una congettura sulla verità delle cose soltanto dalla possibilità delle ipotesi, non vedo in che modo si possa stabilire qualcosa di certo in alcuna scienza, dal momento che è sempre lecito escogitare ipotesi completamente diverse, che sembreranno procurare nuove difficoltà. Di conseguenza, qui è stato ritenuto opportuno tenersi lontano dalle ipotesi, essendo un modo improprio di argomentare, e si considererà in astratto la forza dell'obiezione, affinché riceva una maggiore e più completa risposta generale."

Dalla lettera di Isaac Newton a Oldenburg per Pardies del 10 giugno 1672

sabato 16 luglio 2011

Alienazione postmoderna

Chissà se Carlone Marx ne sarebbe contento? In fin dei conti, il mercato del lavoro per noi giovani highly educated e talented (ormai tanto la prima qualifica fa poca selezione) prevede opportunità di livello, mobilità geografica , flessibilità (solo in Italia è una parolaccia, e la colpa di questo non è certo di chi la subisce). Prevede completa partecipazione al progetto. Prevede il coinvolgimento personale. In breve, riconosce l'alienazione come un pericolo. Come Carlone, appunto. Del resto, un lavoratore più soddisfatto, più consapevole alle dinamiche globali di quello a cui partecipa con il proprio lavoro è più produttivo. Ecco, magari Carlone non intendeva proprio questo. Diciamo che la produttività non ottimizzata non era il pericolo derivante dall'alienazione che più lo turbava. Invece, lo spirito dei nostri meravigliosi impieghi è l'imprenditorialità, l'esatto opposto dell'alienazione. Commitment. Stimolante, eccitante, soddisfacente (se sei forte). Ma qual è il prezzo? All'inizio è la mezzora in più, poi la controllatina alla mail di domenica, poi si va a finire nei corsi di "Work-life balance". Sì, perché lavoro e vita si fondono, quindi diventa difficile distinguere. Come per un imprenditore appunto. Il vantaggio è evidente per tutti e due: l'impiegato è più stimolato e responsabilizzato, quindi lavora più volentieri, l'azienda ha impiegati che lavorano più volentieri perché committed, quindi più produttivi. Si tratta solo di trovare questo work-life balance. La redazione sta provando, con ottimo successo, a trovarlo senza corsi. Il problema è che non per tutti è così. E un altro problema, è che poi l'enterpreneurial mindset si radica, fino ad impossessarsi di ogni aspetto della vita, fino alla vita stessa. Non sono scenari bui e lontani. Sono quello che ci è richiesto per avere successo. E non è che la redazione ieri sera ha mangiato troppo e oggi c'ha di questi rigurgiti improvvisi. E' la ricetta per avere successo. Lo dice, fra i tanti, anche un articolo dal titolo self-explanatory: The Start-Up of You. La posizione della redazione è chiara: tutto questo è tremendamente affascinante (ricordiamoci che l'alternativa, talvolta, è questa (boia deh, la curtura!)), a patto di riuscire a separare il lavoro dalla vita. Sennò ci si aliena dalla vita, ossia, si agganghisce (i termini stranieri vanno sempre messi in corsivo). La domanda che ci pone Lech Walesa è :"Siccome possedete così tanti computer, perché non li utilizzate per la ricerca delle felicità?" (ora, va bene la cultura, ma questa l'ho letta su Wikipedia subito dopo essere tornato dal matrimonio di Guido a Varsavia, dove mi sono imbattuto in questo:
Ah, il profumo della Rivoluzione! (Ovviamente la citazione di Walesa magari non c'entrava troppo, ma ci serviva un ponte per pubblicare questa foto).)
Ora tutti questi gran discorsi, ma poi quando per lavoro ci si imbatte in un video che descrive lo scannatoio del futuro, beh, si capisce che un po' ne vale la pena. (Via, giù, una cazzata per spezzare il ritmo ci stava bene).
Una polemica retroattiva e gratuita poi basta. All'indomani di questi benedettissimi referendum (a cui la redazione non ha votato in quanto non ancora iscritta all'AIRE, ma che almeno sono serviti, tramite il senso di colpa, a spingerci ad iscriverci all'AIRE medesima, come sempre all'unanimità), sulle versioni online dei giornali preferiti da voi giovani compagni (o amici? ma io so una sega...) si leggevano editoriali di questa fattura (ma non era il solo con lo stesso tono). Si cavalca l'onda di del Popolo della Rete parlando una lingua diversa, senza conoscerlo e senza l'intenzione di conoscerlo. Si invoca la politica del "Mi piace" e del "Parteciperò" (sic!), scambiandola per impegno. Almeno Beppe Grillo si fa capire dalle persone di cui parla.