domenica 21 dicembre 2008

Chi non muore... non muore

Behi! Mi scuserete per il colpevole ritardo, ma in questo periodo la mia produzione letteraria è molto concentrata sulla tesi, che ormai sta prendendo una propria forma e ha tagliato il fatidico traguardo delle 50 pagine.
Questo post è dedicato alla narrazione del più grande concerto che abbia mai visto: i Subsonica, con ottima probabilità il mio gruppo preferito, sabato 6 dicembre hanno suonato qui a Bologna, all'Estragon (zona Arena Parco Nord - Festa dell'Unità). Il biglietto giaceva nel cassetto da un mesetto (me lo diceva sempre l'Appoggetti di non usare rime in prosa, ma questa è venuta spontanea e involontaria, la lascio). Arrivo all'Estragon (che ancora non ho capito cosa cazzo voglia dire) con un discreto anticipo, come l'occasione richiede. C'è già un discreto pubblico di fan, prendo posto: di lì a poco, il pienone. Dopo il quarto d'ora accademico, ecco che entrano: fumo, laser e "Colpo di pistola" che incalza. Che spettacolo! L'elettronica a volte decisa, a volte morbida, le percussioni aggressive, la voce tagliente di Samuel. Tutto perfetto. Manca qualche capolavoro, ma per sentire tutto il repertorio due ore e mezza sono poche. Alla faccia delle caate che "sì sì, ora vedo, ma vedrai vengo". E poi il bis, con...
STOP!
Questo è il post che pensavo di scrivere domenica 7, ma ahimé è distante dalla realtà. Tutto risale a una telefonata di mia madre nel periodo dell'influenza (20 novembre circa). "Era da quando ti rompesti il braccio che non prendevi la febbre da stare a letto!" Il braccio me lo sono rotto dopo un inglorioso ingresso a partita in corso in un Casteldelpiano - Sauro sul neutro della fredda Seggiano. Era il 1998, era il periodo in cui Iuliano ostacolava impunito il miglior Ronaldo nell'area bianconera, facevo la terza media. L'approccio statistico mi induceva a nutrire una motivata speranza di non potermi ammalare almeno nei prossimi anni.
Ma venerdì 5 dicembre, alla vigilia del concerto dell'anno, mi sveglio con un certo mal di testa. Niente di che. Parto per il Rizzoli, c'è da fare lo smontaggio per la pesata a 500.000 cicli. Piove, tanto per cambiare. Sai cosa, invece che andare a piedi a porta Castiglione per prendere la navetta A, tento un'esperienza nuova: provo ad andarci con la circolare. Circolare che si rompe prima di porta S. Stefano, la maiala di su mà. Tentativo fallito. Proseguo a piedi, però che freddo! Arrivo su, cominciamo a togliere le testine. Mmmh, non mi sento mica bene una sega. Sempre peggio. Sono le 10.30: "Miki vado a casa, secondo me l'ho ripresa". Arrivo verso le 11: 39.6° C.
Non ce l'ho fatta neanche a rivendere il biglietto: provaci vai a mettere un annuncio su Kijiji e a gestirlo con la Tachipirina che ti scorre nelle vene. Che merda!
Statev'accuort, perché mi sta riprendendo lo schiribizzo creativo, c'ho un paio di post potenzialmente di alto livello in fase di maturazione.