domenica 23 novembre 2008

E' un periodo molto impegnato, mi dispiace. Anch'io vorrei scrivere di più, ma non è il momento. Per chi ancora non lo sapesse, una decina di giorni fa sono arrivati i famigerati pezzi che mancavano per iniziare le prove della tesi. In questi giorni stiamo correndo per iniziare il prima possibile, ma, come prevedibile, ogni giorno ce n'è una: cerca i cavi per l'alimentazione, cerca i cavi dati, i pezzi sono un po' troppo lunghi, le tazze sono un po' troppo alte e via dicendo. Ora sembrerebbe che quasi ci fossimo. Va bene così: l'allestimento della prova è la parte più attiva della tesi, e quello che faccio in questi giorni è più che stimolante. Sono carichissimo.
Il lato più negativo del lavoro di questi giorni sono i bocchettoni del condizionatore del laboratorio che sparano aria gelida proprio sulla postazione su cui lavoro. Puntualizzo che il raffreddamento della stanza non ha scopi educativi ma è necessario perché i simulatori di anca e ginocchio, che producono parecchissimo calore, lavorino a temperatura non eccessiva. Fatto sta che mercoledì mattina avvertivo un certo mal di gola, che mercoledì pomeriggio avvertivo un certo malessere e che mercoledì sera avvertivo mammina che avevo la febbre a 38.7 (a lei ho detto a 38 in realtà). Dopo i 39.2 di giovedì e i 38 residui di venerdì, ieri niente febbre e oggi sto
discretamente. Speriamo sia passata, non vorrei perdere più di tanto tempo.
Domani il meteo, per il mio ritorno in società, prevede la neve: eh sì, il clima ideale per mettere il naso fuori di casa dopo 5 giorni a letto. E non ho ancora menzionato la principale privazione dovuta alla febbre: giovedì (39.2, ndr) gli studenti del 3° anno di Ing. Biomedica di Cesena hanno visitato il laboratorio. Io avrei dovuto spiegare in breve la mia tesi di fronte ad una platea adorante di giovani ragazzotte sconvolte dalla complessità del sistema di monitoraggio del fattore di attrito, dall'arguzia e dalla competenza di chi lo ha allestito, nonchè dall'indiscutibile carisma e dal fascino con cui egli stesso lo sta presentando. Lo scenario reale, invece, mi vedeva a letto, coperto finall'occhi e sudato fradicio per il pasticcone di Tachipirina.
Lo scorso finesettimana un troppo rapido blitz grossetano. Inizio elettrico: venerdì ore 17 arrivo a Bologna Centrale con il mio biglietto per l'Intercity delle 17.16 per Firenze Rifredi. Certo che il venerdì a Bologna in stazione c'è troppo casino. Poi tutti incazzati, e che sarà mai. Binario n.4, niente ritardo, perfetto. La gente a corsa da una parte all'altra, spinte, code. Mah. "Si avvisa la gentile clientela che i treni DA E PER BOLOGNA CENTRALE subiranno ritardi e cancellazioni causa guasto alla stazione. Ci scusiamo per il disagio". Presa. Spuntano 15 min di ritardo (quindi
17.31). Per ora la coincidenza a Firenze è salva. Ore 17.25: cambiano i pannelli luminosi: al 4 è previsto l'arrivo di un altro treno. Ore 17.27: l'altro treno non è ancora arrivato. Ore 17:27 e 1 ms: col cazzo parte alle 17.31! Ore 17:27 e 17 ms: tra 2 minuti parte un Eurostar per Firenze che era previsto un'oretta prima. Via a corsa al binario 8! Becco 2 ragazze con la giacca verde: "Salve, devo andare a Firenze, ho la coincidenza e un biglietto intercity, va bene?" - "Salga, salga". Deh. Scampata bella. Le poche ore a Grosseto erano salve.
Concludo sottolineando lo spessore umano del magico Ciccio Graziani che oggi a Guida al Campionato, quando in trasmissione si stava parlando di tutt'altro, esordisce così: "Un saluto doveroso al Grosseto, primo da solo nel campionato di Serie B!" Grazie Ciccio, voce fuori dal coro monotono di questi media che ci snobbano!

lunedì 10 novembre 2008

Tornare da ospiti laddove un tempo si regnava sovrani

Come sono riuscite bene le 28 ore a Pisa fra sabato e domenica! Ho fatto quasi l'en plein, all'appello sono mancati solo (nell'ordine di defezione) Roberta (Santoro, non Fantozzi, che è stata presente eccome: grazie ancora per la cassettata di ottimo cibo!), Virginia e il rintronato del Bachi, che si era scordato un battesimo (non male per un prete). Siete tutti perdonati, so che avreste voluto esserci.
La giornata di sabato è cominciata subito male: in via San Vitale (a Bologna) mi sono accorto di essermi messo la cintola sbagliata, ossia quella da scarpe da ginnastica invece che da scarpe marroni. Ormai era tardi. Dopo un viaggio in treno stranamente senza intoppi giungo a Pisa giusto in tempo per scambiare 2 chiacchiere con Ale prima del pranzo. L'avrei scambiate volentieri anche con Albe, ma la caata è tornato a Grosseto. L'ho segnata. Nel frattempo, la casa è stata rivoluzionata: uno scaffale in più in cucina, il frigo si chiude da solo, la copertoia gialla ha finalmente un pomello (un tappo di sughero riadattato). Quando il gatto è andato via i topi hanno subito cominciato a ballare. E tutto per merito del mio sostituto. Non c'è che dire, dal punto di vista pratico c'hanno guadagnato.
Finito il pranzo, inizia il tour de force: alle 14.45 incontro Elvis e alcuni ragazzi del catechismo dello scorso anno, e fino a quasi le 5 c'è da chiacchierare; alle 17 incontro alcuni dei miei compagni di corso: la discussione parte dalle tesi, ma si sposta rapidamente al post-laurea; l'argomento è caldo, la chiacchierata arriva fino a dopo le 7. Al che iniziano i preparativi per la cena. Cioè, erano iniziati molto prima per la Ro; io, Ale e Marco abbiamo solo sistemato gli ultimi dettagli. La cena è di gran lusso, per qualità e quantità. Dopo che tutti eravamo pieni per un paio di giorni, Ale ha avuto il coraggio di tirare fuori pane e lardo. In attesa del tiramisù, ça va sans dire. Avoglia a stempià le bocce der vino, a un la pigli la sbornia vai! Ringraziamo tutti in coro il Querci, che ci ha deliziato per l'ennesima volta con il racconto della brasiliana, per poi tirare fuori il cilindro dal cappello: "Gratis!? Gratis... (pausa per catturare il pubblico, da narratore esperto)... Gratis è morto in Libia ner '15!" Respect.
La domenica, Messa delle 11.30, con saluto al gruppo Giovani, ad altri ragazzi del catechismo e ai miei co-catechisti, e con annesso ritardo di un quarto d'ora a mensa (o, c'avevo da salutare un po' di persone, sapevate benissimo che per l'una non ce l'avrei mai fatta), e poi ripartenza alla volta delle Due Torri, dove mi accolgono due prodotti tipici del luogo: un signore all'apparenza tranquillo che, nel sottopassaggio della stazione, si avvicina alla gente e fa, con aria compita: "Berlusconi è morto!" (chi mi dice: "Ti amooo!"), e la guazza che allieta le serate padane.
Una piccola segnalazione? Ma sì, dai:
foto da angolazioni pazze. Artro che vella mandria di rimbarcati che pinge la Torre in Piazza de' Miraoli a Pissa!

sabato 1 novembre 2008

Nel libro degli scherzi che mi ha giocato il dualismo ora legale - ora solare si è aggiunto immancabile un nuovo capitolo lo scorso weekend. Domenica pomeriggio sorrido davanti alla homepage di facebook, leggendo il lamento di Maurizio perché nessuno lo aveva avvisato del cambio d'ora. Io sono stato talmente forte che ho rimesso l'ora a tutti e due gli orologi che ho quassù, questa volta l'ho scampata. Ma la sveglia è sul cellulare. E lunedì mattina è troppo buio per essere le 7 e 30. La settimana è cominciata bene.
Mi piacerebbe raccontarvi delle proteste qui a Bologna, di manifestazioni gigantesche, di occupazioni, ma non posso. Non vi ho partecipato. Ho fatto mio malgrado parte della maggioranza silenziosa. Et excrucior. L'Istituto Ortopedico Rizzoli non è universitario, niente protesta.
Per partecipare al fermento globalizzato non mi resta che lanciare una campagna importante, dal titolo: "OGM? Au, avoglia!" (per antitesi con la campagna precedente). Anche questa è una campagna che parte da lontano, da una lezione del magico corso di Bioetica. Si parlava della fobia diffusa riguardo a questi scientificamente innocui ortaggi e frutti. Le pubblicità parlavano di pomodori con la proboscide, fragole con le ali e giù di fantasia. Un paio di articoli, di quelli che trovi a pagina 23 fra le notizie pseudoscientifiche e le curiosità, parlavano di ricerche protette dalla sfrenata corsa al brevetto e dei costi delle sementi modificate, eccessivi per i piccoli contadini, destinati a essere tagliati fuori dal mercato. Interessi di parte, fatti passare per difesa della genuinità. Ancora meglio se conditi con qualche parolona tipo "biodiversità". Nessuno che parlasse dei benefici.
Della possibilità di produrre sementi in grado di resistere in condizioni climatiche difficili, magari al caldo africano.
Della possibilità di rendere le piante immuni dai parassiti.
Della possibilità di ottenere ortaggi in grado di produrre quantità utili di sostanze benefiche.
Dell'assoluta sicurezza dei prodotti immessi sul mercato, certificata da test scientifici.
In questa occasione compresi a fondo il significato di uno dei cardini del pensiero rogniniano: in Italia la Cultura è solo umanistica, la scienza produce solo concetti che devono rimanere lontani dalla mente del cittadino medio.
La fiammella dell'indignazione di un annetto fa si trasforma in un incendio l'altro giorno alla Coop sotto l'azione di un vento impetuoso levatosi dal banco del petto di pollo. Sono quasi le 7 di sera, sono rimaste una decina di confezioni. Mmm, 3 etti e mezzo, questo per una volta è troppo e per du volte un mi fa. Oh, 4 etti e mezzo questa va bene. L'occhio però mi cade su quella di sotto. E' l'unica che non presenta un cartellino tutto colorato con su scritto: "Alimentazione libera da OGM". Se lo saranno dimenticato. Ma anche il prezzo al kg è leggermente diverso, quindi nessun errore. All'improvviso mi scorre davanti tutta la lezione di bioetica: le pubblicità ingannevoli, gli scenari apocalittici di un esercito di pomodori e banane pronto ad assumere il controllo del Massachussetts, il vero nodo della questione, ossia i brevetti e le sementi troppo care. Indovinate quale confezione ho preso. E senza guardare il peso.
Infine un paio di consigli per gli acquisti. Ecco un video che ho visto stamattina. Il videoclip non è niente di che, il testo è simpatico ma niente di più, ma la canzoncina nel complesso ha il suo perché. Sarà il beat accattivante, sarà la sfiziosa voce sussurrata, sarà l'elettronica gentile alla Pet Shop Boys.
E poi una mia scoperta di 3 giorni fa: i Velvet Underground. "Hai scoperto l'acqua calda" dirà qualcuno. "Eò" risponderò io. Mi sono capitati ora. Ma da 3 giorni non ascolto altro. Scusate le spalle.