domenica 30 maggio 2010

Cronaca di una vittoria annunciata

Sotto sotto ci credevamo, sapevamo di essere più forti. Dopo tutto loro erano arrivati lì con un goal in fuorigioco di 1 m per battere la Fiorentina, con un quarto di finale ripreso per i capelli in una strana partita all'Old Trafford dal sapore dolciastro di vendetta (lettore, se non cogli il riferimento la tua cultura calcistica è da rivedere), con una semifinale troppo facile contro un Lione in perenne smantellamento e in disarmo. Anche noi eravamo stati aiutati dagli arbitri, anche noi avevamo avuto un turno agevole (nei quarti), ma eravamo più forti. Intorno alla partita c'era un senso di attesa più che di tensione. Era difficile rendersene conto sabato 22 maggio intorno alle 20, ma è stato tutto evidente al triplice fischio dell'impeccabile quanto nerboruto arbitro Webb. Sì, siamo campioni d'Europa, oltre che d'Italia e del Nonno!
Ragionandoci a mente fredda, l'Inter è la squadra che ha meritato di più la vittoria in questa Cèmpionz. Infatti, (quasi) nessuno si permette di ricordare che il Barcellona dei miracoli targato Guardiola ed Eto'o (non certo Ibra) (rotfl) (gratitudine eh, per carità, comunque rotfl) del 2009 ha superato il Cèlzi in semifinale grazie ad un arbitraggio discutibile (si legga allucinato) di Ovrebo (ineluttabilità delle teorie di Vico o cecità dei dirigenti UEFA?) e ad un jolly pescato da Iniesta quando Abramovich aveva ormai prenotato il volo per Roma. Giustamente non viene ricordato, perché trascurabile rispetto alla meraviglia della perfezione blaugrana. Ecco, lo stesso si può dire per questo trionfo nerazzurro e per gli episodi favorevoli contro il poro Cèlzi e gli stessi catalani. Alla fine è sembrato quasi logico, quasi giusto che l'Inter abbia vinto.
Viverla a Madrid sarebbe stato un sogno (un po' caro come sogno, a dire la verità), ma anche lo spettacolo di pubblico offerto dalla MaccARena di via Mozambico, gremita in ogni ordine di posti, non è stato niente male.
La partita l'avete vista tutti: 10 promettentissimi minuti all'inizio, con un centrocampo aggressivo pronto a bloccare le ripartenze bavaresi e lesto nell'innescare le bocche da fuoco, seguiti da un leggero arretramento del baricentro culminato nel capolavoro dell'1-0. Per la descrizione del goal si veda il Manuale del Contropiede, pagina 28. MaccARena in tripudio, needless to say. Il resto è stato una sinfonia del catenaccio, resa ancora più maestosa dall'uscita bassa di Julio Cesar su Mueller nell'unico rischio corso dalla nostra porta. Il 2-0 è un inno all'implacabilità di un centravanti che ha sublimato la sua stagione monstre con i 4 goal decisivi per le 3 competizioni vinte. A dire la verità, è anche un inno all'inadeguatezza della coppia centrale del Bayern.
La redazione ha deciso all'unanimità di non tributare ringraziamenti particolari a nessuno , ma di riunire sotto un unico immenso GRAZIE tutti i tesserati dell'F.C. Internazionale dell'anno 2009/2010.
Lo strascico di polemiche per l'addio di Mou dopo quest'annata irripetibile non riguarda più di tanto noi tifosi. Lui ci ha dato tutto. Mancano solo le briciole, chiunque ormai sarebbe in grado di raccoglierle. Da sempre la redazione sostiene chi abbandona quando è al massimo. Tanto di più è impossibile. L'alternativa è fare come chi, dopo aver dato tutto in 15 anni di carriera di livello europeo sempre al top, va ad elemosinare la chiusura della carriera nella sua città natale. E' ovvio che il Napoli non ti voglia Fabio! (E le parole della redazione non sono dettate dai due anni catastrofici in cui quel gobbo di merda ha vestito la maglia della Beneamata.) (Giammai.)
Un piccolo omaggio per la partenza. Risale a più di un anno fa. Eravamo appena stati eliminati dalla Cèmpionz in modo netto e ineccepibile da un non irresistibile ManUtd. In molti (redazione compresa) ti avevano preso per matto. Grazie. (L'omaggio era il video in cui Mou diceva "Ora so cosa dobbiamo fare per vincere la Champions", o qualcosa di molto simile. Ma dopo una lunga ricerca la redazione non l'ha trovato; se ci riuscite comunicatelo alla redazione, verrete ringraziati pubblicamente in seguito alla pubblicazione).

Il post che la redazione pensava di scrivere non aveva niente a che fare con il calcio (si noti l'artifizio retorico atto a creare suspence attorno al prossimo post, oltre che a riportare all'ovile i lettori e/o le lettrici stuccati dagli ultimi post a sfondo pallonaro), ma tutto questo era necessario.

domenica 9 maggio 2010

Eh no, caro Maurizio, non aspetterò la finale per scrivere! Aspettavo solo un pomeriggio tranquillo come questo per tirà duottré cazzate!
Sulla finale che devo dire: cazzo, ho visto l'Inter dominare (andata) e disinnescare (ritorno) il Barcellona con sicurezza e autorevolezza, non chiedo nient'altro a questa splendida stagione. Ha straragione Mou quando dice che non importa se l'Inter vince o no la Coppa, l'importante è che è diventata una grande del calcio europeo, in grado di giocarsela a viso aperto con tutti, Barcellona compreso. Non è un modo di mettere le mani avanti, è il nodo della questione. Il ritorno col Barcellona è stato imbarazzante, soprattutto nel secondo tempo, ma dopo l'espulsione (ineccepibile) di un Thiago Motta al solito troppo nervoso e con il cronometro che scorreva non si poteva chiedere altro. L'organizzazione difensiva però è stata impeccabile.
Alla fine del primo tempo Lucia si è addormentata, quindi, per non svegliarla, ho seguito la partita immobile e in silenzio. All'85' ho cominciato a sentire distintamente i battiti del cuore, la frequenza aumentava, era tanto che non sentivo quella tensione per l'Inter. Il silenzio intorno a me è stato fondamentale quando mi ha permesso di sentire il fischio dell'arbitro che interrompeva l'azione del possibile goal del 2-0 (i nostri difensori, tra l'altro, si sono fermati abbondantemente prima della battuta a rete di Bojan), evitandomi l'infarto che il Macca ha avuto sugli spalti del Camp Nou. Tanta goduria per quel manfruito di Ibra (mah, la foto, per quanto sembri eloquente, secondo me può avere mille spiegazioni, eppoi, in fondo sono cazzi suoi) (bella gag). Massima gratitudine per quello che ha fatto negli anni scorsi, ma anche massima letizia nell'averlo fatto ricredere su quale fosse la piazza migliore per tentare l'assalto alla Coppa dalle Grandi Orecchie.
Un applauso particolare allo Special One, che è riuscito a costruire una squadra vera più con la psicologia che con la tattica, a dire il vero. Però, e mi duole, non se ne può più di tutte le polemiche e frecciatine varie. E' colpa anche di queste cose se poi si assiste a partite vergognose come la finale di Coppa Italia. Questa coppa ha ormai un valore risibile, ma è ascesa alla ribalta solo perché, per caso, la finale si disputava fra Inter e Roma e, soprattutto, dopo la farsa dell'Olimpico di pochi giorni prima. Ecco perché è stata montata a più livelli per tre giorni una tensione generale che è sfociata nella caccia all'uomo di mercoledì sera. C'erano 5 espulsioni nette (Mexes, Burdisso, Totti (prima del calcio a Balotelli), Taddei), ma non è questo il punto: quello che disgusta è la condotta di gara della Roma, il nervosismo, le zampate, i cazzotti addirittura. Sicuramente gli interisti avranno provocato, eh, anche se noi telespettatori non lo possiamo dire. Ma la pedata di Burdisso a Sneijder dopo 40 secondi (!) lascia pensare che le provocazioni non siano state la scintilla: non ce ne sarebbe stato il tempo! In tutto questo voglio conferire la menzione d'onore a Ranieri, che (quasi) mai si fa trascinare nella polemica becera e gratuita che caratterizza, velenosa, il nostro calcio e di cui, ahimé, il nostro allenatore è il principale attore.

Finita la digressione calcistica (anzi no, beccatevi questa (si è perso il senso della realtà)), un consiglio per il prossimo anno: la Mostra dell'Artigianato a Firenze. La redazione c'è andata il 25 Aprile con un gruppetto eterogeneo grossetano-valdelsano-montefiasconano. La partenza parzialmente scettica ("sì, va bene, andiamoci, almeno si fa qualcosa di diverso") si è rapidamente evoluta in un ritorno decisamente entusiasta ("Boia deh, maiala spacca, bella esagerata!"). Ganza davvero. Un sacco di robina da vedere, artigianato italiano e internazionale, di valore e non, culinario e decorativo. Andateci.

Ci stiamo facendo brutta pubblicità. Non è esprimendo questi concetti di dubbio valore scientifico che recupereremo consensi. Ammettiamo le nostre colpe! Non diamo adito a chi ci addita come pedofili e oscurantisti (pericolosa accoppiata) continuando a nasconderci dietro argomentazioni risibili come queste. La pedofilia esiste nella Chiesa come al di fuori. Isolando i colpevoli e consegnandoli alla giustizia terrena (come ci invita a fare Gesù stesso) nessuno potrà più identificarci come una minaccia per i pargoli. Perché emergerà l'esercito di sacerdoti seri e capaci di cui disponiamo. E che ora sono costretti a provare imbarazzo per tutta la categoria.

Meno male che c'è qualche industriale illuminato che dimostra empiricamente non solo la sostenibilità ma l'efficienza di una razionalizzazione del lavoro in base al lavoratore! Noi a E.S.Tech l'abbiamo capito da tempo, ma noi siamo pochi. Questi so tanti, eppure il risultato non cambia. La scalabilità del fenomeno risulta, pertanto, dimostrata. E' facile: se c'è collaborazione e non contrapposizione fra dirigenza e operai, a parità di ore di lavoro la produzione aumenta, perché aumenta la produttività in virtù di un'aumentata serenità del lavoratore. Banale.

Infine, lasciatemi esprimere la più viva preoccupazione per le catastrofiche previsioni sul futuro della più alta opera di ingegneria mai concepita: la banana! Sapore ottimo, qualità nutritive eccelse (spicca la ricchezza di potassio, una mansanta per i muscoli affaticati), praticità di trasporto e di sbucciatura anche senza utensili di sorta, impossibiltà di sporcarsi. Eppure il suo destino è a rischio. Leggete e unitevi a me nella preghiera perché queste congetture restino tali. E rilanciate la nostra campagna "OGM? Au, avoglia!"